Coronavirus, battuta di arresto della discesa contagi in Italia. In Campania e nel Salernitano non va male

I DATI MONDO, EUROPA, ITALIA, CAMPANIA, SALERNITANO (divisi per aree)

Intanto diminuiscono i ricoverati in ospedale e in terapia intensiva per il sesto giorno consecutivo. Nel Mezzogiorno ancora risultati non brillanti ma sempre in un canale discendente. Bene la provincia di Salerno. Boris Johnson: «Devo la vita ai medici». Preoccupano l’Africa e gli Stati Uniti. Usa primo Paese colpito: più vittime che in Italia. Sindaco di New York vuole chiudere le scuole fino a settembre. Il punto sull’Economia. Importantissima scoperta (vedi sezione approfondimenti)

COVID 19 I DATI
I NUMERI DELLA PANDEMIA
1.765.030, 92mila in più in un giorno di positivi al Sars Cov 2 nel mondo, poco più di 108mila i morti in totale (circa settemila di più in un giorno) e 401.323 (+ 30mila) i ricoverati in ospedale

NEL MONDO

Contagiati 1.765.030, di cui: 519.453 Stati Uniti, 161.852 Spagna, 152.271 Italia, 130.727 Francia, 123.878 Germania, 83.014 Cina, 79.865 Regno Unito, 70.029 Iran, 52.167 Turchia, 28.018 Belgio, 25.107 Svizzera, 24.571 Olanda, 23.197 Canada, 20.247 Brasile, 15.987 Portogallo, 13.799 Austria, 13.584 Russia, 10.743 Israele, 10.480 Corea del Sud, 10.151 Svezia, 8.928 Irlanda, 8.446 India, 7.257 Ecuador, 6.927 Cile, 6.848 Perù, 6.408 Norvegia, 6.356 Polonia, 6.303 Australia, 6.191 Danimarca, 6.005 Giappone, 5.990 Romania, 5.831 Repubblica Ceca, 5.011 Pakistan, 4.530 Malesia, 4.428 Filippine, 4.033 Arabia Saudita, 3.844 Messico, 3.842 Indonesia, 3.736 Emirati Arabi Uniti, 3.380 Serbia, 3.270 Lussemburgo, 2.974 Panama, 2.905 Finlandia, 2.728 Qatar, 2.620 Repubblica Domenicana, 2.518 Thailandia, 2.511 Ucraina, 2.473 Colombia, 2.299 Singapore, 2.226 Biellorussia, 2.081 Grecia, 2.028 Sudafrica, 1.975 Argentina, 1.825 Algeria, 1.794 Egitto, 1.689 Islanda, 1.560 Moldova, 1.545 Marocco, 1.534 Croazia, 1.318 Iraq, 1.312 Nuova Zelanda, 1.310 Ungheria, 1.304 Estonia, 1.188 Slovenia, 1.154 Kuwait, 1.058 Azerbaijan, 1.040 Bahrain, 1.026 Lituania, 977 Armenia, 935 Bosnia Herzegovina, 865 Kazakhstan, 820 Cameroon, 760 Nord Macedonia, 729 Uzbekistan, 728 Slovacchia, 712 Diamond Princess (la nave da crociera), 685 Tunisia, 661 Bulgaria, 630 Lettonia, 620 Cuba, 619 Libano, 616 Cipro, 601 Andorra, 577 Costa Rica, 555 Afghanistan, 546 Oman, 494 Uruguay, 482 Bangladesh, 480 Costa d’Avorio, 448 Burkina Faso, 438 Niger, 433 Albania, 408 Ghana, 392 Honduras, 385 Taiwan, 381 Giordania, 370 Malta, 356 San Marino, 339 Kyrgyzstan, 319 Mauritius, 305 Nigeria, 278 Senegal, 275 Bolivia, 268 Cisgiordania and Gaza, 263 Montenegro, 258 Vietnam, 250 Guinea, 250 Kosovo, 242 Georgia, 223 Congo (Kinshasa),poi gli altri stati con meno di 200 positivi. Da segnalare il caso di San Marino, con 35mila abitanti contano 356 casi, 35 defunti e 53 ricoverati e la preoccupantissima avanzata dei paesi africani.
Morti 108.167 (dato puramente indicativo per diverso modo di calcolare i deceduti che sono tali solo quelli morti esclusivamente per Sars Cov 2).
In cura 346.780 (dato puramente indicativo per la mancata certezza sull’affidabilità dei vari sistemi sanitari nazionali)
Guariti 401.323 (dato puramente indicativo per la mancata certezza sull’affidabilità dei vari sistemi sanitari nazionali).
nuovi-contagi-mondiali-11-aprile-2020-rtaliveNuovi contagi nel mondo 25 gennaio – 11 aprile 2020.
Elaborazione del fisico Wladimiro Leone per RTAlive

EUROPA (ESCLUSA L’ITALIA) (compreso G.B)
Contagiati 674.716 +37.000 in un solo giorno.
Morti 47.214(dato che va preso solo per pura indicazione, stando le regole diverse di conteggio)
nuovi-contagi-europei-11-aprile-2020-rtaliveAndamento contagi Europa (tranne Italia) 01 marzo – 11 aprile 2020.
Elaborazione del fisico Wladimiro Leone per RTAlive

ITALIA
Contagiati 151.271 (+4.694), di cui attualmente positivi 100.269 (+1.996)
Morti 19.468 (+619)
Isolamento domiciliare 68.744
Terapia Intensiva 3.381
Ricoverati in ospedale con sintomi 26.144
Guariti 32.354 (+2.079)
Tamponi effettuati 963.473 (+57mila)
I numeri delle Regioni pubblicate dalla protezione civile alle 17 di oggi, su elaborazione dati alle 23.59 del 9 aprile 2020
positivi-rtalive-11-aprile-2020-coronavirus
nuovi-contagi-italiani-11-aprile-2020-rtaliveAndamento contagi in Italia 01 marzo 11 aprile 2020.
Elaborazione del fisico Wladimiro Leone per RTAlive

CAMPANIA
I dati dei contagiati sono aggiornati alle 24, gli altri alla ricognizione delle 17
Contagiati 3.604 (+ 87)
Terapia intensiva: 85
Ricoverati in ospedale con sintomi: 582
Isolamento domiciliare: 2.335
Tamponi Effettuati totali 35.448
Morti: 238 (+ 7)
Guariti: 277 (+29)
nuovi-contagi-campani-11-aprile-2020-rtaliveAndamento contagi giornalieri in Campania, 01 marzo – 11 aprile 2020.
Elaborazione del fisico Wladimiro Leone per RTAlive

Casi suddivisi per province aggiornati dalla Protezione civile al 19 aprile 2020 (su dati alle ore 24 del 10 aprile): 1.809 (di cui 762 Napoli Città e 1.047 provincia), 533 Salerno, 399 Avellino, 368 Caserta, 152 Benevento +256 in verifica.
I risultati dei tamponi di oggi negli ospedali (CHE NON SIGNIFICA UN PARI NUMERO DI NUOVI PAZIENTI AFFETTI DA COVID 19): 46 Cotugno di Napoli, 4 Ruggi di Salerno, 4 Sant’Anna di Caserta, 3 Presidi di Aversa e Marcianise, 0 Moscati di Avellino, 11 San Paolo di Fuorigrotta a Napoli, 1 Azienda Universitaria Federico II, 16 Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, 2 Santa Maria Della Pietà di Nola, 16 San Pio di Benevento, 0 Maria Santissima Addolorata di Eboli.

NEL SALERNITANO
Contagiati 533 ai quali bisogna aggiungere quelli che tra i 4 tamponi positivi che risulteranno nuovi casi, ora al riscontro dell’Asl Salerno per evitare che si tratti di esami di verifica effettuati per stabilire se permane la malattia.
L’AGGIORNAMENTO È IN CORSO CON I DATI REALI COMUNICATI DALL’ASL CON LE EFFETTIVE RESIDENZE.
Agro nocerino 161/162 ( di cui 15 deceduti e 13 guariti). Di tutti questi: 42 a Scafati (di cui 4 deceduti e 5 guariti); 29 Nocera Inferiore (di cui 4 deceduti e 1 ), 24 a Sant’Egidio (di cui 4 guariti), 19 Angri (di cui 1 guarito), 17/18 Pagani (uno domiciliato nella città di Sant’Alfonso pur se residente in altro comune dell’Agro nocerino) di questi due guariti e due decessi, 12 Sarno (di cui 3 deceduti e due guariti), 9 a San Marzano Sul Sarno (4 di una famiglia, di cui 1 deceduto); 5 a San Valentino Torio (di cui 1 deceduto e 2 guariti), 3 Nocera Superiore, 1 Bracigliano.
Valle dell’Irno 23 (con 3 deceduti) di cui: 9 di Mercato San Severino (di cui 3 deceduti), 8 Baronissi (di cui 1 guarito), 5 di Fisciano ( di cui 1 guarito), 2 Pellezzano.
Salerno città 50 (+ 7 ancora da verificare effettiva residenza + 1 morto).
Cava de’ Tirreni 30, dei quali 6 deceduti e 3 guariti.
Costiera Amalfitana 21 di cui 12 Vietri sul Mare (1 deceduto), 1 Maiori, 1 Amalfi, 1 Cetara, 4 Tramonti, 1 Praiano e 1 Ravello
Picentini 22: 14 a Pontecagnano, 4 Montecorvino Rovella e 2 a Montecorvino Pugliano ed il noto medico di Giffoni Valle Piana in servizio a Sarno ora guarito, 1 San Cipriano Picentino, 1 San Mango Piemonte.
Piana del Sele 12 a Bellizzi, 11 ad Eboli tra questi (uno è una fisioterapista e tre pazienti del Campolongo Hospital) e l’ebolitano Antonio Giordano, il direttore dell’Azienda ospedaliera Luigi Vanvitelli di Napoli/Caserta ed ex direttore generale dell’Asl Salerno
Cilento 29: 1 Montano Antilia (guarita), 20 ad Agropoli (compreso 2 deceduto, guariti 1); la pediatra Cilentana che si trovava, però, a Napoli da diversi giorni, 2 Sessa Cilento e 3 Vallo della Lucania e 1 Serramezzana, 2 Casal Velino, 3 Colliano, 1 San Mauro La Bruca, 1 Capaccio Paestum, 1 Novi Velia.
Golfo di Policastro 2: 2 Vibonati.
Vallo di Diano/Tanagro 134: tra cui 69 (di cui 27 nella casa di riposo Juventus) di Sala Consilina (di cui 9 deceduti e 1 guarito), 3 di Atena Lucana, 10 Polla (in valutazione la residenza di un’altra persona, 2 deceduti), 4 Teggiano (2 deceduti), 16 Caggiano (di cui 1 deceduto), 5 Sant’Arsenio, 1 Buonabitacolo, 8 Sassano, 1 San Gregorio Magno, 3 Montesano Sulla Marcellana (1 deceduto), un 42enne non riconducibile al focolaio del Vallo di Diano, 5 Padula e 7 Auletta.
Morti nel Salernitano 45: 9 a Sala Consilina, 6 a Cava de’ Tirreni; 4 a Scafati; 3 a Mercato San Severino; 3 Nocera Inferiore; 3 Sarno 2 Pagani 1 Eboli (una 71enne di Pompei ma ricoverata giorni fa al Campolongo Hospital ad Eboli trasferita poi al Cotugno di Napoli), 1 a Bellizzi che aveva partecipato al ritiro neocatecumenale nel Vallo di Diano; 1 Caggiano (don Alessandro Brignone di Salerno, parroco); 1 Vietri sul Mare (un anziano di Molina di Vietri sul Mare), 1 San Valentino Torio (un docente 48enne); 1 Buccino (deceduto ad Eboli); 1 di San Marzano Sarno; 1 Agropoli, 1 Montesano sulla Marcellana, 1 a Teggiano, 1 Vallo della Lucania.
Guariti nel Salernitano 22
nuovi-contagi-salernitano-11-aprile-2020-rtalive
Andamento contagi nel Salernitano, da 01 marzo a 010 aprile 2020
Elaborazione dati del fisico Wladimiro Leone per RTAlive

IL COMMENTO
ITALIA
Aumentano i contagi, ma diminuiscono i numeri dei ricoverati in terapia intensiva e in generale negli ospedali. Una brusca frenata dopo due giorni di calo della curva epidemica, che porta i risultati +3,1%, contro il +2,7% di ieri. In effetti siamo tornati alla condizioni di giovedì. Una mano alla crescita lo ha dato la Lombardia, passando dal 2,2% di incremento al 2,7%. Un dato di incremento che va considerato anche alla luce dei 57mila tamponi in più, nelle 24 ore. Il trend, comunque, rimane in discesa. Il premier Giuseppe Conte vede i suoi esperti e già entro il mese potremo vedere la riapertura delle prime attività industriali.

La veglia del papa, il silenzio e il buio – LINK – QUI

CAMPANIA
L’incremento rimane sotto la soglia psicologica di 100 (oggi è di 87 malati in più, contro i 75 di ieri). Diminuiscono i pazienti ricoverati e coloro che sono in terapia intensiva. Aumentano i guariti. Preoccupa il numero dei positivi nell’Avellinese, alto rispetto al numero di abitanti. Si teme per le gite fuori porta che qualche campano potrebbe tentare di fare andando verso il mare o la montagna o nelle seconde case, m ci saranno un poderoso sistema di controlli messo in campo dalle prefetture.

I PROVVEDIMENTI DELLA REGIONE CAMPANIA
Quella di quest’anno sarà una Pasqua che ricorderemo tutti quanti.
Inutile nascondere che saranno giorni complicati, ma dobbiamo stringere i denti ed evitare atti di irresponsabilità: andare in giro è vietato, fatta eccezione che per le attività essenziali e le prime necessità.
Sono sospese tutte le manifestazioni religiose. Dobbiamo seguire l’esempio straordinario di Papa Francesco che, celebrando messa in una Piazza San Pietro vuota, sta lanciando un messaggio chiaro a tutti. Bisogna rispettare le regole e vivere anche i momenti di fede a casa. In queste ore stiamo lavorando per scongiurare il pericolo di rientri dal Nord verso la Campania e tutto il Sud. Sono presenti controlli ai caselli autostradali e nelle stazioni ferroviarie. I controlli saranno rigorosi: la mobilità non è consentita
Vincenzo De Luca

SALERNITANO
Una giornata dai buoni risultati per il salernitano con solo 4 positivi, più qualcuno tra quelli da verificare ulteriormente. Un nuovo decesso, un noto imprenditore a Nocera Inferiore che avrebbe contratto il coronavirus durante una vista in ospedale a Nocera Inferiore, e con lui sarebbero stati contagiati anche due familiari che lo avevano accompagnato.

ESTERI
Nelle prossime ore sarà riformulata interamente la sezione esteri che troverà spazio in video collegati.
Stasera, il miglior resoconto di una giornata senza sussulti è quello de La Repubblica. Interessanti, tra le altre cose, le dichiarazioni di Boris Johnson, appena salvato da un esisto peggiore della malattia.
LNK – QUI – LINK – QUI – LINK – QUI
who-africa-coronavirus-11-aprile-2020
ECONOMIA
Il punto di Vincenzo Marrazzo*
Visto il break finanziario di questo fine settimana festivo, dal momento che i malumori circa l’appartenenza all’Unione Europea (anche a causa dell’insoddisfazione diffusa dovuta al lockdown) sono stati ravvivati ad arte richiamando “l’orgoglio italiano”, vediamo un po’ cosa vuol dire stampare moneta e soprattutto cosa vuol dire far parte dell’euro. I due concetti sono sempre collegati in chi rimpiange la lira e sostiene che fosse meglio quando l’Italia poteva indebitarsi senza limiti, non come ora che deve rispettare i vincoli di Maastricht (deficit sotto il 3% e debito pubblico sotto il 60%). Ha forse ragione il leader della Lega Matteo Salvini che ha auspicato più volte, prima ed in piena crisi Covid-19 che si stampasse moneta, insomma, cosa succederebbe davvero? Attualmente, a causa dell’enorme crisi economica scatenata dal diffondersi del coronavirus, Bruxelles ha sospeso il Patto di Stabilità e crescita, quindi i Paesi dell’Eurozona posso indebitarsi senza vincoli. E’ bene innanzitutto ricordare che in Italia il ministero del Tesoro si è “separato” da Banca d’Italia nel 1981, pertanto è da allora che Bankitalia non può più finanziare il debito italiano stampando moneta. Quindi da molto tempo prima dell’entrata dell’euro (1° gennaio 1999 sui mercati finanziari, 1° gennaio 2002 le banconote in mano ai cittadini).

BCE e debito pubblico
Per come stanno le cose, l’Italia ora può indebitarsi senza limiti perché il Patto di Stabilità è stato sospeso. Il problema è che deve farlo sui mercati finanziari. Per prendere i soldi in prestito dovrà pagare un interesse che corrisponde alla fiducia che gli investitori hanno di essere ripagati. Questa fiducia è indicata (semplificando) dallo spread: più questo numero è alto, maggiore è la diffidenza degli investitori e il costo degli interessi per il Paese. L’Italia ha già un debito che è circa il 130% del suo Pil, il più alto dell’Eurozona dopo quello greco. Se l’Italia stampasse moneta da sola non andrebbe a prendere i soldi sul mercato. Non può farlo perché è la Banca centrale europea che decide la politica monetaria ed è per statuto un’istituzione indipendente dagli Stati membri e anche dagli organi di governo dell’Unione europea. Il suo obiettivo prioritario è la stabilità dei prezzi (mantenere l’inflazione al di sotto ma vicina al 2%). Nell’Eurozona è vietato il finanziamento monetario dei disavanzi, quindi la Bce non può acquistare titoli sul mercato primario. Tuttavia, sia durante la crisi del debito sovrano sia adesso, la Bce ha messo in atto il Quantitative easing, uno strumento non convenzionali di politica monetaria, che prevede massicci acquisti di titoli pubblici sul mercato secondario.

Orgoglio Italiano
In base agli ultimi dati pubblicati dalla Banca d’Italia, a fine 2017 la ricchezza netta delle famiglie italiane era pari a 9.743 miliardi di euro, 8 volte il loro reddito disponibile. Le abitazioni hanno costituito la principale forma di investimento delle famiglie e, con un valore di 5.246 miliardi di euro, hanno rappresentato la metà della ricchezza lorda. Il totale delle passività delle famiglie è stato pari a 926 miliardi di euro (principalmente mutui casa). Le attività finanziarie hanno raggiunto 4.374 miliardi di euro, in crescita rispetto all’anno precedente.
Il rapporto fra la ricchezza netta delle famiglie e il reddito disponibile è più alto in Italia che negli USA, in Germania, in Francia o nel Regno Unito. La ricchezza finanziaria delle famiglie italiane, cioè la parte non investita in immobili, è investita principalmente in obbligazioni, polizze assicurative e, soprattutto, giace in misura rilevante (circa 1.500 miliardi di euro, quasi il 100% del PIL) nei depositi bancari. Secondo i dati più aggiornati dell’Associazione bancaria italiana, in Italia i depositi (in conto corrente, certificati di deposito, pronti contro termine) sono aumentati, a febbraio 2020, rispetto a un anno prima, di oltre 89 miliardi di euro. Le imprese italiane sono fra quelle che mostrano, nel confronto mondiale, un più basso rapporto di indebitamento in rapporto al PIL: in Cina 150%, USA 75%, Media UE 108%, Italia 69%. I risparmi degli italiani depositati nei conti correnti delle banche o investiti nelle obbligazioni bancarie affluiscono solo in parte al sistema produttivo e delle imprese. Gli italiani non investono in azioni e, men che meno, nelle azioni del loro paese e le banche italiane rimettono solo parzialmente in circolazione nell’economia reale i depositi della clientela. Il rapporto fra capitalizzazione di Borsa e Pil in Italia è fra i più bassi del mondo occidentale; questo rapporto, a fine 2018, era pari al 36% contro il 148% degli USA, il 107% del Regno Unito, il 55% della Germania, l’88% della Francia, il 66% del Brasile e il 46% dell’Indonesia. Le basse valutazioni borsistiche delle aziende italiane costituiscono un fattore di svantaggio nello scenario competitivo internazionale e rendono più difficile per le nostre imprese raccogliere capitali freschi per investimenti sul mercato. In questo ultimo mese, le valutazioni hanno toccato i minimi degli ultimi 20 anni. Per questa caratteristica tutta italiana, i bond di guerra (Orgoglio italiano) probabilmente non servirebbero granché ed andremmo in difficoltà per l’enorme massa di titoli italiani collocati, in Euro, nella U.E.

Stampare moneta e inflazione
Torniamo alla idea di stampare moneta, torniamo alla ipotesi “ritorno alla Lira”. Se un governo ha il controllo sulla banca centrale, o una forte influenza su di essa, può decidere di coprire i propri bisogni vendendo alla banca centrale i propri titoli e imponendole di stampare moneta per finanziarne l’acquisto, in questo modo non dovrà pagare interessi. Ma se è così semplice perché uno Stato non lo fa? Perché la Gran Bretagna, la Svizzera o gli Stati Uniti che hanno la loro moneta non fanno così? Il problema è che avere una politica monetaria subordinata alle esigenze delle finanze pubbliche è pericoloso. La monetizzazione del debito rischia di minare il valore della moneta stessa, quindi rischia di produrre un aumento dell’inflazione. È quello che è successo in Italia: tra il 1973 e il 1984 l’inflazione non scese mai al di sotto del 10%, ben al di sopra della media dei Paesi industrializzati. Vuol dire che il potere d’acquisto delle famiglie, dei lavoratori, dei pensionati ma anche delle imprese che dovevano acquistare materie prime all’estero era fortemente compromesso. L’inflazione elevata colpisce tutti i cittadini e soprattutto le fasce più deboli, di fatto è una tassa. Gli effetti della monetizzazione del debito non si vedono immediatamente, sul breve periodo può sembrare la soluzione più rapida per risolvere i problemi di un Paese ma nel lungo è controproducente perché aumenta l’inflazione e rende fragili le finanze pubbliche. Tanto più per un Paese che ha già un debito molto alto.

Italexit
Dunque, la monetizzazione del debito nel breve termine in teoria può essere vantaggiosa, ma nel lungo periodo non lo è di certo. Chi la propone adesso la associa all’addio all’euro. Cominciano a riprendere voce coloro che dicono che è meglio andarsene da questa Europa, senza però spiegare cosa vuol dire Italexit e cosa vuol dire per un Paese come il nostro uscire dall’Unione Europea e giocare da solo la partita della globalizzazione. In molti sembrano non ricordare quanto fosse debole la lira nei confronti delle altre monete.
Far parte dell’Unione vuol dire avere accesso agevolato a un mercato potenziale di 500 milioni di persone, l’euro è una moneta forte, abbandonarla vorrebbe dire vedere il proprio potere d’acquisto dimezzarsi se non di più in questo contesto. Le fasce più deboli della popolazione sarebbero ahimè, le più colpite e il margine di manovra che avrebbe lo Stato non darebbe i benefici che vengono promessi. Ora si tratta di usare questa crisi per migliorare l’Unione europea e farle fare un salto di qualità. È quello che stanno tentando di fare l’Italia, la Francia, la Spagna e il Portogallo insieme ad altri Paesi, opponendosi alla visione della Germania, dell’Olanda e dei Paesi del Nord, cercando soluzioni condivise di finanziamento (eurobond) per far fronte all’emergenza coronavirus, con la consapevolezza che questa è una crisi che colpisce tutti i Paesi.
Pian piano, ci stimo avvicinando all’obiettivo. Italia, Francia, Spagna, Germania e Olanda hanno condiviso il pacchetto economico anti-crisi. I ministri dei cinque Paesi, coordinati dal presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno, hanno negoziato una bozza di compromesso. L’accordo deve ora essere sottoposto all’Eurogruppo in formato allargato (partecipano tutti i 27 ministri delle Finanze) che deve dare il via libera al pacchetto di misure che prevede l’utilizzo del Fondo salva-Stati, il piano anti-disoccupazione «Sure», il fondo di emergenza della Banca europea per gli investimenti e un accenno al piano per la ripresa, ma senza un riferimento esplicito agli Eurobond. L’Olanda ha rinunciato alla richiesta di condizioni stringenti per l’erogazione dei prestiti del Mes, il Fondo avrà dunque condizioni più leggere e l’Italia ha dato il suo via libera a una formulazione nel testo finale che non cita esplicitamente gli Eurobond, ma tecnicamente non ne esclude l’emissione per la fase della ripresa. Usciremo ancora più forti dalla crisi in termini di posizionamento in U.E. e sui mercati finanziari. L’alternativa alla U.E. (l’Italexit per intenderci), sarebbe un disastro per la nostra economia, per le nostre imprese che sarebbero più che esposte ad una vera e propria balcanizzazione finanziaria. Sarebbe il default, altro che orgoglio da sovranista propaganda sterile ed egoista. La politica superficiale e opportunista di alcuni leader più mediatici che statisti, può far solo male all’Italia. Da qualunque parte provenga. Intanto, a proposito di imprese e crisi, sarebbe dovuto entrare in vigore (per gran parte delle sue norme) il prossimo 15 agosto il nuovo Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (contenuto nel D.Lgs. n. 14/2019) che soppianta l’attuale legge fallimentare del ’42. Il nuovo Codice, cambia filosofia di azione nelle procedure concorsuali, è orientato a sanzionare e a prevenire le situazioni di crisi introducendo un diffuso sistema di monitoraggio con strumenti di allerta, interni ed esterni all’impresa, per anticiparle e consentire un più tempestivo intervento per fronteggiarle. Con la stessa determinazione, quando è inevitabile “fallire”, a rendere meno traumatico tale evento, promuove una cultura del risanamento anziché la eliminazione delle imprese dal mercato. Sennonché, il decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23, già ribattezzato col nome di “Decreto Liquidità” o “Decreto Imprese”, che contiene dei massicci interventi finanziari di sostegno alle imprese, ha stabilito il differimento di un anno e 16 giorni dell’entrata in vigore del Codice della crisi di impresa, fissandola al 1° settembre 2021.

Siamo quindi di fronte a un apparente paradosso, appunto, solo apparente. Abbiamo già chiarito che il Codice vede l’insolvenza non più come illecito da sanzionare, ma come evento naturale nel quadro del rischio implicito nell’attività d’impresa e, dunque, per quanto fenomeno patologico, comunque statisticamente prevedibile, nel quadro delle ordinarie situazioni di crisi. Ma quella attuale dovuta al Coronavirus non può certo definirsi una crisi “ordinaria”. Essa, al contrario, anche per il suo carattere globale, sembra profilarsi come la crisi economica più grave dopo quella del ’29 se non, forse, anche peggiore. Per tale motivo è comprensibile che il Governo abbia ritenuto inappropriato e anacronistico in questo momento dare vita ad uno strumento mai prima collaudato e studiato per affrontare, in linea di principio, solo crisi “ordinarie”. Si pensi, ad esempio, al nuovo sistema dell’allerta, concepito nell’ottica di un quadro economico stabile e caratterizzato da oscillazioni fisiologiche, all’interno del quale, quindi, la preponderanza delle imprese non sia colpita dalla crisi e nel quale sia possibile conseguentemente concentrare gli strumenti predisposti dal Codice sulle sole imprese che versino in uno stato di crisi. In una situazione in cui l’intero tessuto economico mondiale risulta colpito da una gravissima forma di recessione, però, gli indicatori di crisi previsti dal Codice non potrebbero svolgere alcun concreto ruolo selettivo, finendo di fatto per mancare quello che è il proprio obiettivo e anzi generando effetti potenzialmente sfavorevoli. Il senso del rinvio dell’entrata in vigore del Codice è sintetizzato nella Relazione illustrativa che accompagna il decreto-legge. Dunque, è pur vero che la filosofia del nuovo Codice è orientata verso il salvataggio delle imprese in crisi relegando la soluzione liquidatoria (l’attuale fallimento) ad extrema ratio, ma è altrettanto indubitabile che in questo particolare momento di crisi del sistema produttivo ed economico potrebbe verificarsi un fenomeno di “rigetto” del Codice, attesa la scarsa compatibilità tra uno strumento giuridico nuovo e una situazione di sofferenza economica nella quale gli operatori più che mai hanno necessità di percepire una stabilità a livello normativo e di non soffrire le incertezze collegate a una disciplina in molti punti inedita. Per migliorare l’impianto normativo, è già in corso di approvazione definitiva l’emanazione di un decreto correttivo che apporta vari miglioramenti di livello nazionale ed internazionale, adeguate alle misure di revisione dei requisiti patrimoniali delle banche, che, in un panorama di massiccio incremento delle sofferenze, necessiteranno probabilmente di una decisa rivalutazione.
Buona Pasqua
*Esperto in Finanza Innovativa, Revisore Legale dei Conti, Project Manager P.A.

APPROFONDIMENTI
BUONA NOTIZIA
Sempre anziani ultra centenari guariscono dalla Covid 19.

RICERCA
L’eparina sarà il farmaco della svolta nella cura del coronavirus?
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Sull’Africa
“Per molti africani sarà impossibile isolarsi dagli altri” di Karsten Noko, Al Jazeera, Qatar
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Di seguito il LINK del decreto legge del presidente del Consiglio dei MinistriQUI

Di seguito il LINK del decreto legge del presidente del Consiglio dei Ministri del 10 aprile 2020 – QUI

PRECISAZIONE
Il problema dei dati. I dati devono tenere in considerazione i tamponi di controllo, cioè quelli eseguiti a persone già notoriamente positive e per le quali vengono effettuate verifiche successive fino a quando non diventeranno negative. Conseguentemente, ogni giorno, potranno risultare un nuovo numero di tamponi positivi ma questo non si traduce automaticamente in nuovi casi, cioè in altre persone. Ecco perché, RTAlive continuerà a trascrivere solo i dati che vengono poi riconsiderati dalla pubblica autorità alla luce dei diversi riscontri e darà il numero dei tamponi positivi della giornata, precisando che successivamente si stabilirà quanti di questi sono realmente nuove persone affette da Covid-19. Dare un numero prima o dopo alcune ore non ha senso e, ancor più in questo momento la serietà deve prendere il sopravvento sulla smania di apparire migliori degli altri, purtroppo assai diffusa. In più, va considerato che tantissime sono le persone in quarantena per essere state a contatto con pazienti affetti da Covid 19 ed è prevedibile che, pur essendo al momento negativi, certamente non pochi potrebbero diventare a breve positivi. Un aumento che non significherà una circolazione impressionate del coronavirus. Se da un lato non bisogna lasciarsi atterrire dai numeri, quindi, dall’altro occorrerà l’impegno maggiore a rispettare la quarantena per chi vi è sottoposto e, soprattutto, le misure sanitarie per tutti.
RESTIAMO A CASA È, PER ORA, L’UNICO MODO PER COMBATTERE EFFICACEMENTE IL DIFFONDERSI DEL CORONAVIRUS.

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