Riabilitata la memoria di Michele Siani di Vietri Sul Mare. Confermata in secondo grado la condanna per Remo Palladino per diffamazione. L’imputato si dice innocente e il suo difensore preannuncia ricorso per Cassazione. Il primario rinuncia alla prescrizione
Una brutta storia che arriva dalle corsie dell’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore. Era il 3 febbraio 2010 ed il primario del reparto di otorinolaringoiatria, Remo Palladino di Cava de’ Tirreni, nel corso di una riunione con quasi tutta la sua equipe, spiegò perché aveva allontanato Michele Siani (nel riquadro della foto). Il professionista di Vietri sul Mare, invece, aveva lasciato volontariamente l’ospedale nocerino probabilmente proprio a causa dei rapporti non buoni con il primario. Diversa la versione fornita da Palladino che accusò il collega di essersi appropriato indebitamente di mezzi del mestiere e attrezzature trafugate dal reparto del nosocomio nocerino. Michele Siani venne a sapere delle infamanti accuse da alcuni colleghi e subito querelò il suo ex primario per diffamazione. Dopo 10 anni è arrivata la sentenza che purtroppo Siani, il medico che amava la musica, i bambini ed il mare, non potrà mai leggere, perché prematuramente scomparso 3 anni fa all’età di soli 56 anni.
I fatti. La vicenda risale al 3 febbraio 2010. Nel corso di una riunione svoltasi all’interno dell’ospedale di Nocera Inferiore, alla presenza di quasi tutti i medici del reparto di otorinolaringoiatria e del primario Remo Palladino, il professionista metelliano aveva apertamente accusato Michele Siani di aver rubato ferri ed attrezzature dal reparto e che per tali motivazioni sarebbe poi stato allontanato dalla struttura ospedaliera. Affermazioni che furono riportate al diretto interessato che presentò subito querela nei confronti del primario.
Il processo. La causa intentata da Siani, difeso dall’avvocato Enrico Farano, iniziò con l’udienza dell’8 febbraio 2013 in cui non andò a buon fine il tentativo di conciliazione e il medico di Vietri sul Mare, in qualità di persona offesa, si costituì parte civile. Per quasi 5 anni è stato un susseguirsi di rinvii, di sospensioni e di impedimenti fino all’udienza del 17 gennaio 2018 nella quale veniva comunicato il decesso di Siani e le parti chiesero congiuntamente un rinvio per verificare la possibilità di una remissione da parte degli eredi con la sospensione della prescrizione per un mese e 19 giorni. All’udienza del 7 marzo 2018 si costituì parte civile la figlia di Siani e venne disposta la rinnovazione del dibattimento e furono nuovamente sentiti i testi. Dopo 3 mesi, il 20 giugno 2018 il giudice onorario di pace Emilio Longobardi emise la sentenza di condanna del primario Palladino per il reato di diffamazione aggravata nei confronti del collega, accusato ingiustamente di un atto mai compiuto. Palladino è stato condannato in primo grado, concesse le attenuanti generiche, alla pena di 600 euro di multa oltre al pagamento delle spese processuali. In secondo grado, il giudice monocratico del tribunale di Nocera Inferiore Paola Montone ha confermato la sentenza.
La reazione dei familiari. «Anche se mio padre non c’è più – ha dichiarato Brigida Siani, figlia del noto professionista scomparso- finalmente è arrivata la verità. Mio padre ha avuto giustizia, sicuramente chi lo ha conosciuto ed apprezzato, non ha mai creduto a quelle diffamanti dicerie, ma ora c’è una sentenza che lo conferma e non possiamo che esserne felici».
Il medico vietrese, amante della musica e dei bambini, era definito il ‘medico dei bambini‘ perchè era in grado di visitarli senza agitarli e mettendoli a loro agio. Li accoglieva sempre con il sorriso e con i modi garbati. Appassionato di musica, teatro e di barche (era vicepresidente dell’Associazione Filps del Molo Manfredi di Salerno), amava stare tra la gente e condividere il suo sorriso con tutti. È stato il medico di riferimento di intere generazioni. Ha lavorato agli ospedali di Cava de’ Tirreni e Nocera Inferiore e alla clinica Tortorella di Salerno. Il suo studio di Vietri sul Mare era sempre pieno di pazienti che trovavano in lui un medico ma anche e soprattutto un amico.
La difesa. Una vicenda che non è affatto conclusa. «La sentenza non rispecchia affatto la verità dei fatti – ha affermato l’avvocato Giancarlo Rossi, difensore del primario Palladino -, anche perché sono stati ascoltati solo alcuni medici presenti alla riunione, alcuni dei quali in aperto ed aspro contrasto anche giudiziario col dottor Palladino. Per questo, lette le motivazioni della sentenza di appello, certamente presenteremo ricorso per Cassazione». Palladino ha rinunciato alla prescrizione.
Luisa Trezza