Castel San Giorgio,  Legambiente chiede il rinvio del consiglio comunale sul Puc

Un milione di metri quadrati sottratti al verde e all’agricoltura

Il circolo Francesco Di Pace ha chiesto all’amministrazione Lanzara un atto di responsabilità, e cioè di rinviare la seduta sul puc dopo la risoluzione della grave crisi sanitaria in corso.  Diversamente – si legge in una nota – “venisse confermato il consiglio comunale del 19 marzo 2020 in seduta pubblica o in streaming, considerato l’importanza dell’argomento trattato per il futuro del nostro Paese, provvederemo a segnalare, agli organi competenti, tale inopportuno comportamento che mette in pericolo la salute dei cittadini e l’iter democratico previsto dalla legge per l’approvazione del puc”. La seduta, secondo gli ambientalisti, non consentirebbe di essere seguita e quindi “di fatto impedirà la possibilità di partecipazione democratica dei cittadini e  la possibilità di illustrare i nostri punti di vista costringendoci ad intervenire”. Legambiente resta perplessa sul puc: 《Sin dall’inizio della fase di adozione del puc siamo rimasti stupiti della condotta e della visione urbanistica dell’attuale amministrazione: mentre su alcune tematiche ambientali, come l’inquinamento del Solofrana, il progetto del viadotto della Provincia in località Codola, abbiamo riscontrato interesse e collaborazione, per quanto riguarda il puc c’è stata una chiusura inaspettata e totale di dialogo e confronto con i cittadini e con le associazioni del territorio.

Senza risposte le nostre richieste di incontro; una chiusura totale anche verso le osservazioni presentate, con l’unica eccezione dell’accettazione della nostra richiesta dell’eliminazione della riapertura delle cave estrattive in linea con le proteste dei cittadini della frazione Taverna. La nostra visione urbanistica, nettamente in contrasto con questo puc e invece coerente con gli indirizzi del ptcp, va in un’ottica di contenimento di consumo del suolo, dando la priorità al riuso dell’esistente, per salvaguardare e valorizzare il passato e conservare il nostro paese a misura d’uomo, con un progresso sostenibile ed ambientale. Non possiamo tollerare fabbricati residenziali con altezze di mt 19,10 (cioè fabbricati di sei piani) come previsto dal puc. Inoltre, il contenimento del consumo di suolo, previsto nella relazione ma non presente negli elaborati, si trasforma in una sottrazione di oltre un milione di metri quadrati di verde all’ambiente e all’agricoltura》. Sul piano provinciale alcune osservazioni del circolo sangiorgese sono state però accolte: 《A differenza dell’amministrazione comunale la Provincia ha ritenuto valide alcune nostre osservazioni inserendole nelle prescrizioni del Decreto n. 19 del 17/02/2020. Altre nostre osservazioni sono state ritenute dalla Provincia di competenza di altri Enti e non proprie, su questo ci riserviamo di verificare ed eventualmente segnalare le nostre osservazioni》. Secondo gli attivisti “lo strumento proposto è già vecchio in quanto elaborato su dati di quasi 10 anni fa. Gli elaborati non rispecchiano del tutto la nostra realtà economica, sociale ed ambientale. La proposta è priva di qualsiasi proiezione decennale se non quella tesa alla cementificazione e al calcolo degli alloggi, peraltro anche sovradimensionati”.

gc

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