VIDEO – Inchiesta dei Nas, in fibrillazione i culturisti salernitani

L’indagine dei carabinieri del Nucleo antisofisticazioni e sanità di Palermo scopre un 29enne di Sant’Egidio del Monte Albino che vendeva anabolizzanti in Sicilia ma ci sarebbero altri atleti della Campania ad essersi riforniti dal giovane dell’Agro

E’ stato raggiunto da un ordine di perquisizione il 29enne G.B. di Sant’Egidio del Monte Albino che avrebbe spedito anabolizzanti a due titolari di palestre in provincia di Palermo. Il giovane avrebbe ricevuto le ordinazioni via Telegram, per non essere scoperto, e avrebbe venduto gli anabolizzanti a prezzi più competitivi di quelli di un trainer siciliano. Prodotti venduti ad atleti che li assumevano anche per partecipare a gare nazionali e internazionali, spesso arrivando ai primi posti. G.B. spediva i composti da Nocera Inferiore e si continua ad indagare perché c’è il sospetto che potesse aver fatto altro con atleti del Salernitano e della Campania in generale. Per ora sono finiti agli arresti domiciliari due dei suoi clienti, che utilizzavano gli anabolizzanti nelle loro palestre siciliane ed altre due preparatori, uno di questi quello che vendeva a prezzi più alti gli stessi prodotti. Una fiala di questi prodotti, come l’ormone della crescita veniva pagata anche 400 euro e così, il giro d’affari per i 4 siciliani arrestati era di 300mila euro almeno. Contestata ad alcuni dei 16 indagati anche l’esercizio arbitrario della professione medica, poiché consigliavano farmaci per porre rimedio agli effetti deleteri delle sostanze dopanti, che avevano portato molti a soffrire di varie malattie, in particolare epatiche.

IL RESOCONTO DEI CARABINIERI IN GENERALE SULL’OPERAZIONE
Su delega della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, i Carabinieri del N.A.S., con il supporto operativo del Comando Provinciale di Palermo, hanno notificato quattro ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emesse dal G.I.P. del medesimo Tribunale, a quattro persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione e commercio di sostanze biologicamente o farmacologicamente attive, al fine di alterare le prestazioni agonistiche di atleti gravitanti nel mondo del bodybuilding e delle palestre Inoltre, hanno eseguito perquisizioni domiciliari, su mandato della citata Procura della Repubblica, rispettivamente nei confronti di altri 21 soggetti di cui 16 anch’essi indagati, a vario titolo, per i medesimi reati. Sei di essi sono ritenuti responsabili di esercizio abusivo della professione sanitaria, in quanto dispensavano terapie mediche e piani nutrizionali, somministrando anche farmaci per curare gli effetti collaterali provocati dalle sostanze dopanti. Purtroppo, in questi ultimi anni, il “doping”, inteso come assunzione di sostanze stimolanti vietate per ottenere risultati sportivi migliori di quelli fisiologici, si è esponenzialmente e rapidamente diffuso anche tra gli atleti non professionisti, finanche in palestra.

GENESI DELL’INDAGINE
L’indagine è scaturita da un controllo eseguito dagli ispettori investigativi antidoping del NAS di Palermo su un atleta, risultato poi positivo, della gara ciclistica “Granfondo MTB – Baronessa di Carini”, disputata a Carini (PA) il 29 maggio 2016. La positività ha originato una complessa attività investigativa, coordinata dalla già citata Procura della Repubblica, realizzata con servizi di osservazione, controllo e pedinamento, intercettazioni telefoniche e ambientali. Questo ha permesso di risalire al sodalizio criminoso che utilizzava come base operativa e di copertura due palestre e un negozio di integratori alimentari del palermitano. I rispettivi titolari, tutti preparatori atletici, assieme ad un altro soggetto, anch’esso preparatore e body builder, attivo collaboratore in una delle palestre, avevano posto in essere un’intensa e ben avviata associazione dedita al commercio di sostanze anabolizzanti finalizzato ad alterare le prestazioni agonistiche degli atleti.

LE SOSTANZE PROIBITE
Tra i farmaci e le sostanze maggiormente spacciati vi erano Winstrol, Proviron, Testovis, Sustanon, Gonasi e Monores, nonché trenbolone e nandrolone (quest’ultima sostanza, oltre che ad effetto dopante, è anche ad effetto stupefacente). Gli anabolizzanti venivano venduti al dettaglio o spediti nascosti all’interno di plichi veicolati da corrieri per consegne in città e in altre località dell’Italia. Si ipotizza che il volume di affari dell’organizzazione si aggirasse sui 300.000,00 euro annui circa, tenuto conto dei numerosi episodi di vendita documentati, del numero delle transazioni post-pay accertate e del monitoraggio dei pacchi spediti. Nel corso dell’attività investigativa è stato accertato che molti degli acquirenti erano atleti che praticano il body-building a livello agonistico e partecipavano regolarmente a numerose manifestazioni di tale specialità, anche di livello nazionale e internazionale, classificandosi quasi sempre ai primi posti delle competizioni. Nello specifico, una delle palestre era diventata un vero e proprio “ambulatorio del doping”, infatti, all’interno dello spogliatoio i giovani body-builder si somministravano vicendevolmente le sostanze dopanti, attraverso iniezioni intramuscolo o sottocutanee. Altresì, grazie alla complicità di un infermiere professionale, che veniva chiamato appositamente, venivano eseguite delle flebo per la somministrazione di sostanze per via endovenosa. La somministrazione delle sostanze anabolizzanti avveniva anche all’interno del negozio di integratori, che, seppur all’apparenza era una normale attività commerciale, nella realtà funzionava come “un supermarket di sostanze dopanti”, ove si rifornivano numerosi giovani body-builder provenienti da tutta la Sicilia. In un caso, per raggiungere l’aumento della massa muscolare nel minor tempo possibile, è stato accertato l’utilizzo, da parte di un atleta, del medicinale veterinario STARGATE, un farmaco a base di stanozololo normalmente utilizzato per il potenziamento muscolare e scheletrico di cani e gatti.

IL LINGUAGGIO IN CODICE
Quando parlavano dei farmaci e delle sostanze illecitamente commercializzate, gli indagati, nel tentativo di eludere le indagini e le intercettazioni, utilizzavano un linguaggio in codice, ovvero WINNIE THE POOH o DOPPIA V, riferito al Winstrol e GIGETTO o GIUBOTTINO riferito al GH (la sostanza più cara, visto che alcune di queste fiale venivano vendute anche a 400 euro). Uno degli arrestati, temendo di essere intercettato, utilizzava anche una SIM intestata ad una ignara cittadina straniera. Tra gli indagati figura anche un bancario che suggeriva ad uno degli arrestati di effettuare i versamenti di contante in tre distinte tranche, di importi dispari, invitandolo a recarsi insieme a lui in banca per effettuare l’operazione, aggiungendo che egli stesso avrebbe provveduto ad eludere la disciplina sulla segnalazione obbligatoria in materia di antiriciclaggio.

LE PATOLOGIE
Nel corso dell’attività investigativa sono stati accertati casi di stati patologici derivanti dall’uso indiscriminato di sostanze anabolizzanti, come per esempio: GINECOMASTIA, DISTURBI TIROIDEI, IMPROVVISI AUMENTI DELLA PRESSIONE ARTERIOSA, TACHICARDIA, ACNE IN FORMA SEVERA E DISTURBI DELL’APPARATO GENITALE. A tal proposito, senza averne la benché minima competenza medica, i soggetti arrestati commercializzavano, consigliandone l’uso, anche specialità farmaceutiche per combattere tali patologie, ad esempio: farmaci per la cura della ginecomastia (ARIMIDEX e NOVALDEX) e un disintossicante epatico da assumere dopo i cicli di anabolizzanti (TAD 600). I provvedimenti dell’A.G., oltre che dai reparti palermitani, sono stati eseguiti anche con la determinante collaborazione dei NAS di Catania, Ragusa, Salerno, Treviso e dei Comandi Provinciali Carabinieri di Catania, Caltanissetta, Enna, Siracusa, Ragusa, Salerno e Treviso.

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