Frana di Montalbino, lo Stato ha fatto tardi

Si chiude con la prescrizione dopo 15 anni un processo per la morte di tre persone e con un unico imputato. Reazioni comuni sono incredulità e rabbia

Processo per la frana di Nocera Inferiore, è finita: lo Stato ha “fatto tardi”. Dopo 15 lunghissimi anni e una giornata estenuante alle ore 18 di oggi, il giudice Raffaele Donnarumma ha dichiarato il non doversi procedere nei confronti del cavatore Franco Amato di Cava de’ Tirreni per intervenuta prescrizione dei reati ascrittigli. Era rimasta all’impiedi solo l’accusa di frana colposa ma con la concessione delle attenuanti generiche anche questa è stata dichiarata prescritta. Il Pm Roberto Lenza, che aveva diretto dalle prime ore le indagini, aveva chiesto la condanna per l’imputato 5 anni di reclusione per la frana innescata dai lavori di costruzione di una strada di servizio alla cava su Montalbino, con accumulo di acqua piovana in un tratto di un solo metro, che cadendo provocò un vasto fronte di fango che travolse le sottostanti abitazioni in località Piano Rullo.

La prescrizione nasce dalla nullità di una notifica inviata dal tribunale di Nocera Inferiore, e non dalla procura, negli anni scorsi. Tanta rabbia e amarezza non solo dei familiari e dei comitati a sostegno delle parti civili, ma di tutto l’Agro nocerino. Ingiustizia è stata fatta! Se lo Stato non è riuscito a fare giustizia, almeno noi rivolgiamo un pensiero alle tre vittime: Matteo Gambardella e di sua moglie Rosa Califano, entrambi all’epoca 74enni, travolti da una frana mentre erano nella loro casa. Con loro perse la vita anche il loro cognato, Alfonso Cardamone.

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