Castel S. Giorgio, 26 milioni di euro per produrre legumi

Firmato l’accordo di programma per riqualificare uno stabilimento tra Codola e San Pasquale

Un investimento di circa 26 milioni di euro per riqualificare un opificio industriale dismesso nel comune di Castel San Giorgio e destinarlo alla produzione, lavorazione e commercializzazione di legumi in scatola.
E’ questo l’obiettivo del Programma di investimento presentato a Invitalia – e avviato con la firma del Contratto di sviluppo – da Italia Meal S.r.l., azienda di San Marzano sul Sarno attiva nel settore della produzione e conservazione di legumi. Un tempo erano considerati il cibo dei poveri, oggi oltre a rappresentare una miniera di proteine e nutrienti, i legumi appunto,sono considerati anche una fonte importante di investimento destinata a creare economia e ad incentivare la filiera in un territorio, quello dell’Agro nocerino sarnese, dove l’agricoltura ormai da tempo segna il passo. Sono i legumi la nuova frontiera che la famiglia Attianese, da oltre 50 anni leader nel campo dell’impresa agro-alimentare, intende varcare, con un investimento da ben 26 milioni di euro. Tre anni fa l’acquisto di un vecchio stabilimento dismesso nei pressi dell’ingresso autostradale di Castel San Giorgio, a confine con i comuni di Nocera Inferiore, Nocera Superiore e Castel San Giorgio. L’idea del patron Giuseppe Attianese era già ben chiara, investire nel segmento della lavorazione dei legumi ed incentivare anche la filiera del territorio.

Si è giunti così alla redazione di un programma di investimenti presentato a Invitalia e conclusosi con la firma del Contratto di sviluppo. La Invitalia finanzierà il progetto industriale del nuovo stabilimento sangiorgese con 16,2 milioni di euro di agevolazioni (11,4 a fondo perduto e 4,8 con mutuo agevolato) oltre a un contributo alla spesa di quasi 600mila euro per il progetto di ricerca e sviluppo. “Un grande risultato per la nostra azienda – ha affermato Giuseppe Attianese- ma anche un investimento sul nostro territorio. Puntiamo ad innovare il settore e ad offrire un prodotto di qualità. È in corso anche una collaborazione con Raffaele Romano, professore di scienze e tecnologie alimentari dell’Università di Napoli, proprio per sviluppare nuovi processi di produzione”. Lo stabilimento che si estende su di una superficie di 30 mila metri quadri di cui 15 mila coperti, che un tempo produceva semi di pomodoro e poi ancora faceva stoccaggio di alcol, è destinato a diventare un punto di eccellenza nella produzione di legumi pronti da mangiare. L’azienda aprirà i battenti entro quest’anno con l’avvio della prima linea di produzione. Entro il 2021 sarà avviata la seconda linea ed entro il 2022 lo stabilimento andrà a regime con 3 linee. Sono 41 le nuove assunzioni previste.
Luisa Trezza

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