Gli assassini furono commessi il primo nel 2002 e il secondo nel 2003 per favorire il clan di famiglia. Luigi Muollo fu ucciso per vendicare la morte di Salvatore Ridosso, padre dell’odierno imputato.
Imputato di due omicidi dopo 18 anni, quando all’epoca dei fatti era minorenne. Dovrà affrontare l’udienza preliminare Luigi Ridosso, classe 1986, figlio di Salvatore, ucciso alle 11.15 del 16 maggio del 2002 in via Pasquale Vitiello a Scafati, in una faida con i Muollo, per gestione di attività illecite e non, tra cui quello dei videopoker. Due gli assassini imputati dalla procura per i minori di Salerno, come stralcio di un’attività investigativa più vasta che ha già viso la condanna in appello di alcuni parenti di Ridosso e loro complici. Il primo è l’omicidio di Andrea Carotenuto, avvenuto in via Martiri d’Ungheria a Scafati, poco dopo le 19 del 22 ottobre 2002, il secondo è quello di Luigi Muollo, avvenuto poco prima delle 13 in via Alcide De Gasperi a Scafati, il 9 settembre del 2003. A fronteggiarsi c’era il clan Loreto Ridosso, che sarebbe stato appoggiato per l’assassinio di Muollo dai De Sena di Acerra, e il gruppo di Luigi e Ferdinando Muollo, vicini alla consorteria criminale dei Tammaro – Di Lauro. Nel 2002, Luigi Ridosso aveva 16 anni, e approfittando della personale conoscenza di Carotenuto gli avrebbe esploso diversi colpi di pistola 7,65, ferendolo mortalmente alla testa. Un assassinio di camorra, secondo gli investigatori, commesso per agevolare l’attività dell’associazione che faceva capo al clan Ridosso per ottenere il controllo le delle attività delittuose nella zona di Scafati.
Nel 2003, a 17 anni, Luigi Ridosso, secondo l’imputazione, avrebbe partecipato all’assassinio di Luigi Muollo per vendicare la morte del padre. L’allora 17enne avrebbe partecipato insieme allo zio Romolo Ridosso alle riunioni per organizzare l’assassinio di via De Gasperi e avrebbe fornito agli esecutori materiali le armi necessarie per l’agguato. L’azione fu compiuta per motivi abiti futili, come quello della vendetta, ma anche per favorire il clan, dopo la morte di uno dei suoi familiari. Luigi Ridosso risponde anche di detenzione e porto di una pistola calibro 7,65 per l’assassinio di Carotenuto e di aver detenuto e poi fornito un revolver calibro 38 e una 7,62 ai killer per quello di Muollo. Il procuratore capo per i minorenni, Patrizia Imperato, e il sostituto Angelo Frattini hanno chiesto al Gup il rinvio a giudizio dell’imputato, che oggi di età ne ha 34, ed è recluso in un carcere in Sicilia per altre vicende.