Reddito di cittadinanza, ora è obbligatorio lavorare per il Comune

Per i percettori del reddito di cittadinanza sta per scattare la fase 2, ovvero quella che prevede lavori di pubblica utilità nei comuni di residenza.

Dopo la pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale, i Centri per l’Impiego convocheranno i beneficiari del sussidio per svolgere lavori di pubblica utilità, ad eccezione degli esonerati. Da ora in poi, i beneficiari del reddito di cittadinanza sono tenuti a svolgere lavori di pubblica utilità all’interno dei progetti utili alla collettività (PUC) sulla base di quanto stabilito non solo dal decreto 4/2019, ma anche dal decreto attuativo pubblicato l’8 gennaio 2020 sulla Gazzetta Ufficiale dopo un accordo tra ministero del Lavoro e Comuni. “I Puc – si legge sulla Gazzetta – non rappresentano un rapporto di lavoro e pertanto i lavori di pubblica utilità non sono da considerarsi prestazioni di lavoro autonomo, subordinato o parasubordinato.” Nei prossimi giorni, dunque, i Centri per l’Impiego provvederanno a convocare i percettori del reddito di cittadinanza, esclusi quelli esonerati, con i contribuenti che saranno obbligati a svolgere queste prestazioni di pubblica utilità, ovviamente senza alcuna retribuzione. In caso di mancato rispetto di questa condizione si rischia di perdere il beneficio. I progetti utili per la collettività, che non devono superare le 8 ore settimanali, vengono svolti in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni. Come chiarito dal decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il percettore del sussidio potrà scegliere se svolgere le 8 ore settimanali in un solo giorno o spalmate su più giornate, ma con l’obbligo di completare le ore previste al mese, con la possibilità di recuperare, entro certi limiti, le ore perse.

Non tutti i destinatari del reddito di cittadinanza verranno convocati dai Centri per l’Impiego per svolgere lavori socialmente utili nel comune di residenza. Il decreto stabilisce che verranno escluse:
* le persone con più di 65 anni d’età,
* le persone occupate, con reddito da lavoro dipendente o autonomo corrispondente ad un’imposta lorda superiore alle detrazioni spettanti ai sensi dell’articolo 13 D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917. (€. 8.145 per lavoro dipendente ed €. 4.800 per lavoro autonomo);
*  le persone frequentanti un regolare corso di studi;
*  i beneficiari della Pensione di cittadinanza;
*  i beneficiari del RdC titolari di pensione diretta o comunque di età pari o superiore a 65 anni;
*  i componenti con disabilità, definita ai sensi della legge 68/1999, fatta salva ogni iniziativa di collocamento mirato e i conseguenti obblighi previsti, e/o la loro volontaria adesione a percorsi personalizzati di inserimento sociale o lavorativo.
* Ai sensi dell’articolo 4, comma 3, ultimo periodo, sono comunque esclusi dall’obbligo di partecipazione ai progetti di pubblica utilità i seguenti soggetti (esonerabili anche dagli altri obblighi connessi al Reddito di cittadinanza):
*  i componenti con carichi di cura, valutati con riferimento alla presenza di soggetti minori di tre anni di età o di componenti il nucleo familiare con disabilità grave o non autosufficienza, come definiti a fini ISEE.

I NUMERI DEL REDDITO DI CITTADINANZA.
•1,5 milioni le domande presentate per un totale di
•2,28 milioni di persone coinvolte (di cui 1,47 milioni tra Sud e Isole)
•118mila nuclei percettori di pensione di cittadinanza (138mila persone coinvolte)
•982mila le domande accolte fino all’8 ottobre
•415mila quelle respinte
•126mila sono in lavorazione
39mila nuclei hanno perso il diritto: perché
5% per rinuncia del beneficiario
10% per variazione della situazione reddituale
37% per variazione della composizione del nucleo a eccezione di nascita e morte
47% per variazione congiunta della composizione e della situazione economica del nucleo
Gli assegni più alti e quelli più bassi
482,36 euro l’assegno medio mensile erogato
Il 68% (oltre 645mila) percepisce un importo mensile inferiore a 600 euro e l’1% (quasi 5mila) uno superiore a 1.200 euro
più in specifico:
613 euro mensili vengono dati ai nuclei con a carico un mutuo
212 euro (quello più basso) per chi ha la pensione di cittadinanza (over 67) e vive in affitto
il 21% dei nuclei resta sotto i 200 euro mensili (oltre 197mila)
il 3,5% dei nuclei percepisce dai 1.000 ai 1.200 euro (quasi 33mila)
Dove?
849mila nuclei (56%) al Sud e Isole
425mila nuclei (28%) nelle regioni del Nord
249mila nuclei (16%) nelle regioni del Centro .
A chi?
Nel 90% dei casi il reddito di cittadinanza risulta erogato a un italiano, nel 6% a un cittadino extra-comunitario in possesso di un permesso di soggiorno,
nel 3% a un cittadino europeo
nell’1% a familiari dei casi precedenti.

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