Invito ad abbassare i toni
Lo ha detto ieri sera durante un suo intervento in consiglio comunale. Anna Rosa Sessa, dopo aver difeso l’operato e la figura di Emilio Bonaduce e l’ex sindaco Alberico Gambino (che “ha subito una barbarie normativa”), ha manifestato il suo pensiero rispetto alle recenti vicende politico – amministrative.
“Abbiamo sbagliato tutti – ha affermato nelle assise -. E me ne faccio un esame di coscienza, me compresa. Abbiamo alzato i toni, li abbiamo alzati tutti. Ma li riportiamo nell’alveo della politica, perché é lì che devono stare. Perché attraverso il confronto si cresce, attraverso il confronto si migliora. Non mi scandalizza se un assessore alza i toni, non mi scandalizza se un altro assessore alza i toni. Quello che mi interessa è la città. Noi lavoriamo, ci rimbocchiamo le maniche, facciamo le proposte e vorrei che anche i consiglieri di opposizione, proponessero, si rimboccassero le maniche. Abbiamo sbagliato tutti e l’esame di coscienza ce l’ho facciamo tutti: maggioranza e minoranza. Abbiamo dato, come diceva Petrelli, un brutto spettacolo, uno spettacolo dialettico più che altro”.
Sessa ha poi richiamato tutti alle responsabilità: “E se approfondiamo, e se incrementiamo la trasparenza e se vogliamo che tutti gli altri filino, un giorno ce lo dice la segretaria comunale, un giorno chicchessia, che ben venga. Noi siamo per la legalità, siamo per la trasparenza. E seppure nel corso del nostro mandato dovessimo commettere qualche errore, ce ne assumiamo le responsabilità, perché noi le responsabilità ce le siamo sempre assunte. Siamo venuti sempre in aula, abbiamo lavorato tutte le mattine per la città, ci siamo confrontati con l’amico, così come l’avversario politico, ma soprattutto ci siamo confrontati con i cittadini. Noi daremo conto ai cittadini, dell’impegno, della serietà, della concretezza dei nostri atti: i cambi di casacca, non ci appartengono, i voli pindarici non appartengono a questa maggioranza. La mancanza di rispetto non appartiene a questa maggioranza, quadri di confusione, li hanno altri, non li abbiamo noi”.
Giuseppe Colamonaco