Spese allegre al Crea: 12 direttori per oltre 2 milioni di euro tra indennità, viaggi e missioni

Preoccupazioni anche nella sede di Pontecagnano

 
Dopo gli arresti eccellenti che hanno decapitato i vertici del Crea, Ente per la ricerca in agricoltura sotto la vigilanza del Ministero delle Politiche agricole e forestali con  Marandola e Parlato,  e le dimissioni del Consiglio di Amministrazione e dopo il Commissariamento, l’Ente si trova in uno stato comatoso e intanto continua a pagare lauti stipendi ai 12 direttori dei Centri: 150 mila euro più 30 mila euro di obbiettivi ognuno per una folle cifra di oltre 2 milioni di euro di superstipendi.

Risultati insoddisfacenti visto l’accorpamento folle concepito da Parlato & company di sedi eterogenee in diverse regioni con determine e atti che vanno su e giù per le sedi in tutta Italia. Bisognerebbe anche capire quanto fruttano i progetti di ricerca a cui lavorano i duemila dipendenti. Ci sono poi tre Direttori esterni nominati da Parlato che sono in aspettativa dai loro Enti e che si nutrono delle prebende loro concesse. Potrebbero da subito essere revocati visto che sono stati “nominati” con colloquio, senza concorso pubblico nella nuova riforma. Raccomandati politici, insomma, mentre l’Ente è pieno di dirigenti che potrebbero assolvere a funzioni di direttori senza gravare più di tanto sulle già dissestate case dell’Ente. 

Intanto i 12 Direttori continuano ad andare in giro per l’Italia e all’estero sperperando altri fondi in missioni: si parla di altri 30 mila euro all’anno moltiplicati per dodici.  Insomma un ente a perdere. L’allegra gestione della Marandola e del Presidente Parlato, renziano di ferro, imposto dall’ex Ministro Maurizio Martina con molteplici incarichi di sottogoverno, hanno prodotto danni incalcolabili di immagine ed economici. Ora la Corte dei Conti e la Guardia di Finanza faranno le pulci all’ente. Trecento mila euro in tre anni è costato solo il sig. Parlato come Commissario alle casse dell’Ente prima di attribuirsi uno stipendio come presidente di 170 mila euro. E poi non si pagano gli incentivi ai dipendenti (in una nota di Cgil, Cisl e Uil si legge che saranno liquidati questo mese indennità di rischio, disagio e responsabilità per il 2015 di 75 dipendenti, per la bellezza di 666,67 euro) mentre i dirigenti si spartiscono un lauto bottino su obbiettivi fissati solo sulla carta. I sindacati nicchiano intanto continuano le assunzioni a progetto e le stabilizzazioni dell’ultima ora. A fare da garante presso la politica, la inossidabile Marandola, moglie del segretario di Alemanno, stagista diventata rapidamente una dirigente di prima fascia.

Fu lei ad assumere il famigerato collaboratore del sindaco di Roma Raffaele Marra, arrestato per corruzione. Ora anche la Ministra Bellanova ha scaricato l’Ente, i cui vertici con il commissario Gian Luca Calvi e il direttore facente funzione Antonio Di Monte fanno finta di nulla. Indicono assunzioni e passaggi di livello con casse quasi vuote. Infatti, il Mipaaf ha ridotto di molto il contributo versato all’Ente e gli stipendi dei dipendenti derivano da un prestito del Mef.

Redazione

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