Roccapiemonte, prime polemiche contro i forni crematori

Chiesta la sospensione della procedura.

Si preannuncia una forte levata di scudi da parte della popolazione e degli ambientalisti di Roccapiemonte, all’indomani della decisione dell’amministrazione Pagano di consentire, attraverso un project financing, la realizzazione all’interno del cimitero cittadino di due impianti di forni crematori, uno destinato ai defunti e l’altro agli animali, sia d’affezione che di grossa taglia. Dopo Sant’Egidio del Monte Albino, dove è sorto un comitato contro la realizzazione di un forno crematorio, anche Roccapiemonte dice no al progetto voluto dall’amministrazione comunale.

Con delibera di giunta, la n. 145 del 27 novembre 2019, assente l’assessore al
Bilancio Daniemma Terrone, il sindaco Carmine Pagano, il Vice sindaco Alfonso Trezza e gli assessori Roberto Fabbricatore e Annabella Ferrentino, hanno dato il via libera alla progettualità.

Ieri mattina i consiglieri comunali di opposizione Raffaele Polichetti, Senise Califano e Gerardo Adinolfi con una nota congiunta indirizzata al sindaco ed a tutti i consiglieri di maggioranza, hanno chiesto l’immediata sospensione della procedura di affidamento ai privati sia della gestione del cimitero sia della realizzazione dei due forni.
“Roccapiemonte non ha assolutamente bisogno dei forni crematori – hanno scritto i consiglieri di opposizione- riteniamo che l’intervento che si intende fare creerà solo problemi alla cittadinanza con gravi danni alla salute dei cittadini oltre che all’ambiente. Il nostro comune rischia di diventare il crematorio per animali della Regione Campania. Sciagura da evitare a tutti i costi. Invitiamo i cittadini a mobilitarsi e organizzarsi contro questa infausta decisione assunta dal sindaco e dalla giunta”.

Dai forni , stando a quanto sostenuto da esperti della materia, si sprigionerebbero numerose sostanze tossiche:polvere, monossido di carbonio, ossidi di azoto e zolfo, composti organici volatili, composti inorganici del cloro e del fluoro e metalli pesanti. Possono anche aggiungersi: emissioni di mercurio (dall’amalgama presente nelle otturazioni dentarie), zinco, diossine-furani e Ipa.Insomma tutte emissioni nocive e pericolose.

L’installazione di un forno crematorio è già di per sé di notevole impatto ambientale, che aumenta sensibilmente quando va ad inserirsi in un piccolo territorio, come nel caso del comune di Roccapiemonte, paese molto piccolo che si estende su di una superficie di appena 5 km quadrati e con meno di 9 mila abitanti.

Sono in tanti a chiedersi come mai due ditte, la Edile Vispin di Napoli e la Felco costruzioni di Pagani abbiano deciso di investire oltre 5 milioni di euro proprio a Roccapiemonte,per costruire i forni crematori e per gestire il cimitero di una piccola cittadina.

Quali interessi si celerebbero dietro questa operazione? Per recuperare l’investimento iniziale e per crearne poi profitto, quanto dovrebbe rendere il cimitero di Roccapiemonte? Quanti animali e quanti cadaveri dovranno essere cremati nell’impianto ogni anno per poter ammortare l’investimento e poi guadagnare?

E a quanto ammonterà la nuova “ tassa cimitero” che dovrà inevitabilmente pesare sulle famiglie Rocchesi per poter riceve in cambio i servizi di manutenzione del camposanto, compresi apertura e chiusura, ristrutturazione della cappella madre, guardiania e altro?
Un progetto che a quanto pare non prevede solo un esborso economico da parte dei cittadini, perché ciò che preoccupa maggiormente è il rischio ambientale e per la salute di tutti.

La battaglia contro i forni crematori è solo all’inizio, al momento da parte dell’amministrazione comunale nessuna risposta ufficiale.

L.T.

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