Il consigliere di Nocera Inferiore difende le proprie ragioni, Trotta il suo operato.

Gennaro Della Mura, torna sul caso operatori coop, dopo che sulla questione arretrati è stata fatta chiarezza. L’ex Udc, ha usato toni poco morbidi nei confronti dell’assessore alle Politiche sociali, Gianfranco Trotta: “Credo di aver detto la verità sulla vicenda. Inoltre, sul caso, ho subito anche una tentata aggressione, rispetto alla quale mi attendevo la solidarietà dell’assessore. Trotta deve dimettersi, non perché lo chiedo io, ma per il disagio creato agli operatori”.

Lo sfogo di Della Mura, riguardo agli arretrati in questione , è sbarcato anche sui social: “Qualcosa inizia a muoversi dopo le mie numerose sollecitazioni “non polemiche”. Ancora una volta il sindaco ha dimostrato che prendendo egli stesso le redini in mano della situazione le cose possono migliorare a favore di chi onestamente lavora tutti i giorni. Tutto questo non fa altro che confermare l’inefficienza dell’ operato dell’assessore alle Politiche Sociali, il quale operando in un settore così delicato, non ha lavorato bene, non è stato organo di tutela e controllo. Ricordando che questi operatori lavorano con minori, diversamente abili ed anziani una fascia sociale che merita tutta l’attenzione necessaria e costante nel tempo. Si attendono ulteriori sviluppi”.

Non si è fatta attendere la replica da parte dell’assessore, avvocato Gianfranco Trotta: “Quello che pensa il consigliere non mi riguarda. Io so il lavoro che faccio a tutela di tutti, degli operatori e delle fasce deboli, minori, anziani e disabili. Stesse sereno, continuerò a lavorare senza proclami, ma facendo i fatti nella mia opera di assessore. Rispetto agli operatori coop, senza apparire sui giornali, ho lavorato e continuerò a lavorare, affinché ogni singolo lavoratore percepisca ciò che gli è dovuto. Un lavoro in sinergia con il sindaco, che ringrazio, perché così una squadra che amministra insieme si comporta; squadra che ringrazio per avermi sostenuto e per il suo importante contributo”.

Giuseppe Colamonaco