Arriverà a Nocera Inferiore venerdì 13 dicembre alle ore 17.30, su invito dell’amministrazione comunale in collaborazione con lo sportello donna del Comune, per raccontare la sua drammatica storia e di come sia scampata miracolosamente alla morte.
La storia di Barbara Bartolotti risale al 2003 ma ancora oggi indigna e lascia interdetti per il concentrato di violenza e palese ingiustizia che l’ha caratterizzata. Siamo a Palermo, dove Barbara lavora come contabile in una ditta della città. Ha 29 anni ed è una donna felice: è sposata con un poliziotto, ha due figli e scopre di aspettare il terzo. Una notizia che dovrebbe suscitare gioia in coloro che la conoscono ma alla quale una persona in particolare reagisce in maniera del tutto inaspettata. Si tratta di Giuseppe, suo collega di lavoro, fino a quel momento il classico “bravo ragazzo”, riservato e dai modi gentili e rassicuranti ma da tempo segretamente invaghito di lei. Tra loro non c’è mai stata alcuna relazione né Barbara poteva immaginare quello che le sarebbe accaduto per mano di una persona che riteneva amica.
Un giorno il collega la chiama dicendole di doverle parlare e con il pretesto di un sopralluogo lavorativo, le chiede di incontrarla in città per pochi istanti. Un invito che in Barbara non provoca alcun allarme alla luce della stima reciproca che fino a quel momento aveva caratterizzato il loro rapporto. Barbara accetta così di salire nella sua auto ma capisce ben presto che il tragitto compiuto dall’uomo non è quello inizialmente programmato. Il “bravo ragazzo” la condurrà in un luogo isolato ma proprio quando la donna chiede di accostare e farla scendere, al fine di chiamare il marito ed avvertirlo di ciò che stava accadendo, succede l’impensabile.
Barbara viene colpita alle spalle con martellate sul cranio, coltellate all’addome (con l’uccisione del figlio che portava in grembo), calci e pugni al fine di sfigurarla, e non contento il mostro la cosparge di benzina e le dà fuoco. La forza di questa donna l’ha portata a fingersi morta per poi scappare sulla tangenziale per chiedere aiuto, mentre era mezza carbonizzata.
Viene soccorsa e trasportata in ospedale. Dopo 10 giorni di coma, 6 mesi di ospedale, 27 interventi e la paura di morire, Barbara Bartolotti inizia il suo percorso di rinascita. Il collega di lavoro avrebbe dovuto fare 25 anni di galera per omicidio del bambino, e tentato omicidio della donna.Reo confesso e dopo vari patteggiamenti, gli danno 4 anni di domiciliari. Anni che gli sono stati tolti per altri motivi grazie ai suoi legali. Lei non trova più lavoro, le dicono che non la vogliono perché “fa impressione”.La donna perde il lavoro mentre l’uomo che aveva ucciso il figlio che portava nel grembo e che aveva tentato di uccidere anche lei, dopo poco tempo era stato riabilitato ed era ritornato al suo posto di lavoro, in quanto anche nipote del titolare, dopo qualche tempo viene addirittura premiato, passando all’Unicredit.
Una storia che fa rabbia solo a raccontarla, figuriamoci a viverla! Ma Barbara Bartolotti non si arrende e nel 2016 fonda l’associazione Libera di Vivere per portare avanti la sua missione, quella di sensibilizzare tutti e soprattutto i giovani al rispetto e all’amore per la vita. A Palermo la donna ha ricevuto poca solidarietà, ha problemi per avere una sede per il proprio centro di ascolto e gli incontri devo farli da altre parti. La città non l’ha aiutata neanche per un lavoro, visto che dopo sei mesi di malattia continua, la donna è stata pure licenziata dal datore di lavoro. Una storia assurda ed atroce raccontata direttamente dalla protagonista. All’incontro parteciperanno anche lo scrittore nocerino Marcello Morgera, coautore insieme a Sabrina Lenzini del romanzo “Una donna tra due mostri”, Carmela Falcone psicologa e psicoterapeuta, Lina Pacelli sostituto commissario della polizia di Stato di Nocera Inferiore.
Sabato mattina Barbara Bartolotti accompagnata dall’avvocato Ottavia Locatelli sarà anche in alcune scuole della città per continuare la sua opera di sensibilizzazione e la sua battaglia sociale e culturale.
Luisa Trezza