Nocera, «Inaccettabile il protagonismo del colabrodo Gori»

La Rete cittadina contro la privatizzazione dell”acqua, di Nocera Inferiore, interviene contro il ruolo della società pubblico privata che gestisce il servizio idrico e fognario anche nell’Agro nocerino.

Nei giorni scorsi, sono stati presentati i lavori che la Gori, con finanziamento della Regione Campania, eseguirà in parte della città, evitando che i reflui fognari finiscano nella Cavaiola e quindi nel Sarno. La Rete cittadina contro la privatizzazione dell’acqua di Nocera Inferiore è contro il protagonismo dell’Ente gestore. Scrivono dalla Rete: «Una settimana fa la Gori s.p.a. è stata “accolta” nella casa comunale per presentare il progetto di collettamento della rete fognaria che, è bene chiarire sin da subito, non verrà realizzato con investimenti a carico del gestore Gori, nonostante siano imposte ai cittadini le tariffe più alte d’Italia, ma esclusivamente con 2,5 milioni di fondi regionali. Un evento istituzionale, organizzato nella sala comunale, dove appena qualche settimana prima si era svolto l’evento No Gori organizzato dai comitati. Una contraddizione che ci ha feriti come cittadini e come comitati che da anni si battono con tanti sacrifici contro la gestione privatistica e clientelare del servizio idrico.

Non è necessario, infatti, che l’amministrazione comunale ospiti nella casa di tutti i cittadini una conferenza-show con una società privata tanto spregiudicata, coinvolta in numerosi scandali e inchieste, non da ultimo la pesante inchiesta giudiziaria della Procura di Torre Annunziata sulla “tangentopoli idrica”, incredibilmente terminata dopo 10 anni con la prescrizione dei gravi reati contestati. Immaginiamo quante “pressioni” possano essere arrivate dall’alto relativamente a questa vicenda, ma ciò non giustifica ai nostri occhi quanto accaduto: si poteva e si doveva tenere un profilo molto più basso. Nel rispetto della lotta che da più di dieci anni i comitati portano avanti sul territorio; nel rispetto dei cittadini di Nocera che con il referendum del 2011 hanno deciso che il profitto sull’acqua non si deve fare e che per questo la Gori se ne deve andare. Nel rispetto, infine, della stessa azione politica che l’attuale amministrazione porta avanti da anni faticosamente contro la Gori all’interno dell’Ente idrico campano.
Sentiamo la necessità, visto quello che è accaduto, di lanciare nuovamente un messaggio chiaro: nella nostra città, nelle nostre case e, soprattutto, nelle sedi istituzionali, la Gori s.p.a. non è mai gradita e non dovrebbe entrarci mai. Né la legge né il buon senso ce lo impongono. La Gori deve saperlo».

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