NO alla violenza! Il dramma del femminicidio in una poesia

Lo leggo nei tuoi occhi

Grido…
Grido ma nessuno mi sente è un grido sordo tra fiumi di parole buttate al vento
Sento i tuoi passi… si avvicinano verso di me come un cacciatore con la sua preda
Non so se piangere o trattenere il dolore
Cerchi di toccarmi con quelle tue mani gelide, come quella notte di Novembre nella quale il mio corpo fragile e pio cessò di vivere.
Questa stanza buia è diventata il mio rifugio; leggo nei tuoi occhi rabbia, vendetta verso di me
Vedo sangue… Sento che mi parli mi insulti mi picchi
Il mio corpo è lì, ma io sono altrove
Pupille sbarrate di un’anima straziata; nessuna denuncia, col tempo pensavo cambiassi.
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Solo ora ho capito, solo ora ho capito che lurido uomo tu sia, una bestia!
Mi guardi morire pensando che non sia ancora abbastanza
Continui…
Basta, basta, basta! Vorrei gridare ma non ci riesco;
il mio cuore non lo sento neppure più battere
Gemiti soffocati da silenzi pesanti. silenzi che spengono gli occhi, e lentamente se ne appropriano
Lentamente la paura si confonde in un pensiero: perché mi fai questo?
Mi distrugge, mi tormenta ma non c’è ragione.
Lentamente il mio corpo che sembrava imperituro muore come una candela in un soffio di vento
Celando per sempre un urlo soffocato.
Damiano Antonietta

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