Figli negati, un nuovo capitolo nella nota vicenda Albani

Sembrava finalmente tutto finito.

Dopo quattro anni di voce alta con le istituzioni per vedersi riconosciuto il diritto ad essere padre, dopo essersi più volte incatenato dinanzi al Tribunale di Nocera Inferiore, dopo un duro braccio di ferro con la ex moglie per poter trascorrere più tempo con il suo bambino, ieri, con il deposito della sentenza, sembrava essersi chiuso per sempre un capitolo doloroso che ha visto dare in pasto a tutti,vicende strettamente personali che, per una serie di ragioni, più o meno condivisibili, sono diventate di dominio pubblico, per l’impossibilità di risolvere in privato la delicata gestione di un figlio dopo la separazione dei genitori.
Nessun bambino dovrebbe vivere ciò che ha vissuto il piccolo Alessandro, a prescindere dalle responsabilità che pure ci sono in questa vicenda. Se due persone smettono di amarsi possono tranquillamente dirsi addio ed andare ognuna per la propria strada, ma quando c’è un figlio, allora si hanno dei doveri ai quali non ci si può sottrarre nel sacrosanto diritto del minore. Ogni bambino ha diritto a crescere con una mamma ed un papà, a prescindere dal fatto che stiano insieme o no. Detto questo, senza voler entrare in una storia familiare della quale si è detto fin troppo, anche stavolta ci limiteremo a raccontare i fatti.

Nella giornata di lunedì 11 novembre Marco Albani ha manifestato tutta la sua gioia e soddisfazione per una sentenza che gli dava la possibilità di essere padre e di non dover più elemosinare nulla. Tutto scritto dal giudice nero su bianco, giorni di visita, pernottamenti, week end, feste comandate, compleanni e vacanze estive. Per festeggiare la sentenza Albani aveva persino esploso dei fuochi d’artificio a mo’ di liberazione da un peso che lo affliggeva da anni. Ieri avrebbe finalmente rivisto il suo bambino ma è accaduto che la ex moglie, dicendo di non sapere nulla della sentenza, non gli abbia fatto vedere il figlio. E così Marco Albani ha dovuto chiamare i carabinieri che si sono recati a casa della donna che tuttavia, pure dinanzi alla sentenza di un giudice mostratagli dalle forze dell’ordine, ha replicato che avrebbe dovuto comunque chiedere al suo avvocato per una conferma. Intanto un papà non ha potuto vedere suo figlio nonostante la sentenza di un giudice. Marco Albani ha comunicato in una nota tutto il suo dolore e la sua rabbia. Ovviamente, per diritto di replica, la nostra testata giornalistica darà voce anche all’altra parte coinvolta, qualora voglia aggiungere qualcosa.

Ecco cosa ci scrive Marco Albani …
“Pensavo che si fosse messa una pietra tombale sulla vicenda dopo la sentenza di ieri emessa dal Tribunale di Nocera Inferiore, dove si stabilisce tra l’altro che debba tenere con me mio figlio anche il martedì dalle 18:00 alle 21:00. Ieri pomeriggio ho mandato un SMS ed un WhatsApp alla madre per avvisarla che sarei andato a prendere mio figlio. Alle 17:30 non avendo avuto riposta l’ho telefonata, e mi sono reso conto che ha addirittura bloccato le chiamate dal mio numero. Quindi, pur già sapendo che per l’ennesima volta voleva infrangere il provvedimento, mi sono comunque recato presso la sua dimora. La risposta della Sig.ra Lanzara, è stata che nessuno gli aveva comunicato il provvedimento. Ho invitato la stessa ad uscire di casa per farglielo leggere, ma non ha voluto. Questi giochetti che durano da anni, ovviamente con la coadiuvazione dei suoi legali è la prova che la Signora, vuole continuare ad ostacolare il diritto di Frequentazione Padre-Figlio, nonostante la sonora sentenza  che ha dato una lezione ad un genitore, che si ostina ad infrangere la legge da anni. Se dovesse reiterarsi questo comportamento, sarò costretto ad adire in tempi celeri alle vie legali, chiedendo a questo punto la presenza dei Servizi sociali o delle forze dell’ ordine nel momento in cui deve darmi mio figlio, o anche la collocazione a casa paterna. Posso capire che la Signora sia dispiaciuta della sentenza, ma deve prenderne atto e rispettarla. Sono intervenuti i carabinieri che hanno mostrato il provvedimento alla Sig.ra Lanzara, la quale ha risposto che lei non lo aveva ricevuto e che avrebbe chiamato il suo legale. Come se il provvedimento che i carabinieri hanno mostrato alla Sig. Ra fosse un documento falso”. Augurandoci di non scrivere più nulla su questa vicenda, speriamo sempre in un lieto fine e soprattutto che il piccolo Alessandro possa crescere felice e sereno con la sua mamma ed il suo papà.

Luisa Trezza

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