«L’emergenza idrogeologica, con allagamenti e colate di fango, registrata domenica scorsa in comune di Castel San Giorgio, in provincia di Salerno, è stata causata dal tombamento abusivo del canale Torello, nell’omonima frazione, per realizzare una strada comunale nel primo tratto e poi provinciale:».
A sostenerlo l’Anbi, l’associazione nazionale dei conrzi di bonifica, sulla base delle informazioni fornite dal Consorzio di bonifica Comprensorio Sarno (Lettera QUI). Quest’ultimo denuncia anche l’assenza di qualsiasi autorizzazione agli atti. «Per evitare ostruzioni nel tratto tombato – scrivono dall’Anbi – , lo stesso ente consortile aveva, per altro, provveduto a dotarlo di una griglia all’ingresso e di una piccola vasca per il deposito dei sedimenti, rivelatisi insufficienti di fronte alle colate di detriti riversatesi a valle per la violenza dell’evento meteo e perchè il già evidente rischio idrogeologico, creato dalla restringimento dell’alveo, è stato incrementato dagli incendi boschivi, che hanno ridotto la capacità di trattenere materiali solidi a monte». L’associazione delle bonifiche aggiunge: «Al fine di ridurre il pericolo, l’ente consorziale aveva trasmesso al Comune uno studio di fattibilità per la realizzazione di una vasca di laminazione, per la cui progettazione era stato deliberato un protocollo d’intesa ad inizio 2018 ma, da allora, il Comune non ha ancora consegnato i previsti ed indispensabili rilievi topografici e sondaggi geognostici».
Per quanto riguarda la Vasca Valesana, ora tracimata, esiste, sottolineano dall’Anbi, una progettazione esecutiva, redatta dal Consorzio di bonifica nel 2007, ma da allora mai finanziata né dallo Stato, nè dalla Regione Campania, nonostante ripetuti solleciti; la legge, infatti, prevede che i contributi dei consorziati possano essere impiegati solamente per la manutenzione ordinaria di opere già esistenti. Poi la proposta: «Per questo, Anbi si associa al Consorzio di bonifica Comprensorio Sarno nel chiedere al Prefetto ed alle Istituzioni un’alleanza vera per dare la necessaria risposta al territorio». Il sette ottobre scorso, l’ente consorziale aveva trasmesso all’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale, con cui vi è collaborazione dinamica e intelligente, l’elenco delle progettazioni esecutive per interventi di mitigazione del rischio idrogeologico ed in attesa di finanziamento: si tratta di 7 progetti, tra cui la Vasca Valesana, per un importo complessivo di oltre 12 milioni e mezzo di euro. Oltre a ciò, l’ente consortile sta redigendo ulteriori progetti di riduzione del rischio di frane ed allagamenti per un importo complessivo di circa 50 milioni di euro. «E’ questa la migliore risposta alle strumentali polemiche, che si ripetono all’indomani di ogni emergenza idrogeologica – commenta Francesco Vincenzi, Presidente di Anbi –. La prevenzione dal rischio, accentuato dalla crisi climatica in atto, è una cosa seria, che necessita di adeguate risorse. Da anni sosteniamo la necessità di un grande piano per la sicurezza idrogeologica del Paese e per il quale, i Consorzi di bonifica hanno pronti oltre 3.700 progetti per un importo complessivo di quasi 8 milioni di euro». E il direttore generale dell’Anbi, Massimo Gargano: «In Campania sono previsti 182 interventi per un importo di oltre 478 milioni di euro. Allo stato attuale, però, sono in corso di realizzazione solo 3 interventi di miglioramento irriguo ed altrettanti sono in attesa di finanziamento. Noi la chiamiamo prevenzione civile e costerebbe 7 volte meno di quanto si spende per riparare i danni da eventi naturali. E questa l’Italia, che ci piace, non quella delle sterili ed infondate polemiche».