“Aiutatemi ad abbracciare chi ha ricevuto il cuore di mio fratello”, l’appello della sorella di Tobia

Maria Luisa Falcone, la sorella maggiore di Tobia, il giovane deceduto a causa di un incidente ferroviario lo scorso 13 novembre all’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore, posta un messaggio straziante e pieno d’amore sulla sua pagina social. La giovane studentessa ha un desiderio, abbracciare chi ha ricevuto il cuore di suo fratello Tobia.

Un messaggio semplice, diretto, una richiesta che racconta del grande legame che esiste tra i due fratelli, della certezza che Tobia vive ancora, vive in altre persone, ed abbracciarle, significherebbe stringere ancora una volta a sé Tobia. Una richiesta legittima, pura, innocente,che se esaudita potrebbe aiutare a colmare la voragine causata dalla perdita, a lenire un dolore atroce, ma che la norma purtroppo non consente.
Il dono di un organo è anonimo e gratuito. Questo stabilisce la legge sui trapianti, ma anche la legge sulla privacy impedisce che queste informazioni vengano divulgate. I medici e tutto il personale sanitario non possono, comunque, dire chi è il donatore. Vi è solo il coordinatore dei trapianti che scrive una lettera di ringraziamento alla famiglia di chi ha donato gli organi, con la quale comunica che la donazione è andata a buon fine.Nessuno è, quindi, autorizzato a dare i nominativi dei donatori a chi ha ricevuto gli organi.

Una norma che tuttavia, soprattutto per chi ha donato, suona come una doppia condanna.
Maria Luisa Falcone ha chiesto aiuto a tutti, chissà che il suo appello non arrivi, in un prossimo futuro, a coloro che hanno ricevuto il “ dono” e che siano proprio i riceventi o le loro famiglie a mettersi in contatto con la famiglia di Tobia, per ringraziare il loro angelo e abbracciare coloro che hanno consentito il miracolo della vita dopo la donazione. Il Centro Donatori, però, può fornire alcune indicazioni di base sul paziente, affinché il donatore possa figurarselo (fascia di età, sesso, tipo di patologia di cui soffre, se italiano o straniero).
Inoltre è possibile, sempre tramite il Centro Donatori, scrivere/ricevere lettere e messaggi di augurio e/o di ringraziamento, pur senza essere identificabili reciprocamente. La legge è dura, ma l’amore non conosce ostacoli, e la rete porrebbe davvero riuscire a far sì che un giorno Maria Luisa, ma anche i genitori di Tobia abbraccino chi vive con il cuore del ragazzo.

tobia-l'angelo-che-dona-la-vitaQuesto l’appello di Maria Luisa Falcone:
“Il 14 Novembre 2019 presso il polo ospedaliero Umberto Primo di Nocera inferiore, mio fratello, venuto a mancare, ha donato i suoi organi e ha fatto in modo che altre persone continuassero a vivere.
Vorrei incontrare, per un abbraccio, il ricevente del suo cuore. So che è stato impiantato ad un paziente dell’ospedale Colli Monaldi di Napoli. Non mi interessano né nome né età del ricevente, vorrei solo un abbraccio. (In realtà sarebbe bello abbracciare tutti i riceventi) Grazie a chi condividerà per aiutarmi a trovare il ricevente e grazie a chi mi è stato vicino”. Sicuramente la legge vieta ai sanitari di fornire notizie, non ad altri, né impedisce la ricerca tra le parti coinvolte.

tobia-vive-ultra'-rtaliveIl Centro Nazionale Trapianti formulerà un quesito al Comitato Nazionale di Bioetica per un ulteriore parere autorevole sulla materia. Intanto Maria Luisa Falcone continuerà la sua ricerca. Al cuore non si comanda e prima o poi la studentessa di Angri potrebbe riuscire veramente ad abbracciare colui o colei  che vive grazie al cuore di Tobia e, siamo certi, ne riconoscerà il battito.

Luisa Trezza

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