Senza abilitazione e con un ricorso si può ambire ad una cattedra ed al posto fisso: prof di musica sul piede di guerra.
La vicenda degli insegnanti di musica sta diventando sempre più intricata: professori di terza fascia con cospicuo punteggio vengono scavalcati da colleghi inseriti in seconda grazie ad un ricorso al Giudice del lavoro. La cosa è ormai diventata una prassi, senza abilitazione basta vincere il ricorso per ottenere una supplenza sicura. In questo meccanismo c’è però qualcosa di più paradossale. Molti insegnanti, vincitori al Giudice del lavoro, hanno inoltrato ricorso anche al Tar, per meglio rafforzare la propria posizione. È successo che alcuni pur perdendo dinanzi al Tribunale amministrativo sono comunque rimasti in seconda fascia e continuano ad insegnare. Una contrapposizione giuridica da cui, sia il Csa e sia le scuole, non riescono a venirne a capo. L’esecutività della sentenza del Tar, secondo i professori scavalcati, dovrebbe essere esecutiva e quindi rendere non attuabile il ricorso vinto al Giudice del lavoro in prima battuta. Una situazione che ha tagliato fuori dalle supplenze tanti insegnanti con ampio punteggio ed esperienza didattica, rispetto a chi, come sostenuto dai prof di terza fascia, non ha mai insegnato e con un semplice ricorso vinto, ottiene così la cattedra. La questione ha dei risvolti ancor più particolari: c’è anche chi ha perso al Consiglio di Stato e dopo aver presentato ricorso al Giudice del lavoro ha raggiunto comunque l’inserimento in seconda fascia. Più volte gli insegnanti estromessi si sono recati al Csa per chiedere spiegazioni, soprattutto per le sentenze del Tar che vengono disattese e mai è stata fornita risposta per iscritto, nonostante un intenso carteggio. I legali hanno chiesto l’anticipo dell’udienza, inizialmente prevista per marzo 2020 a ridosso del termine dell’anno scolastico, è che si terrà il 4 dicembre: si discuterà proprio dei ricorsi vinti al Giudice del lavoro, ormai pomo della discordia. La lista dei professori di musica estromessi è lunga, ad essere penalizzati Gerardo Sathia Ungaro, Francesca Ranieri, Giuseppe Zinna, Francesco Grimaldi, Franco Botta, Erica Moffa, Cristina del Basso, Veronica Rega, Adele Trezza, Federica D’Elia, Maurizio Tedesco, Mariacristina Agosto, Roberta Siani, Emanuele Grieco e Teresa Lamberti. Insegnanti in balia del rimpallo di competenze, tra Centro scolastico provinciale e scuole. La loro speranza è che il ministero della pubblica istruzione faccia al più presto chiarezza e che ponga un freno a questa emorragia che sempre più sta allargando. Basti pensare che con un ricorso vinto al Giudice del lavoro si può partecipare al concorso e ed ambire al posto fisso, pur non avendo mai conseguito una abilitazione all’insegnamento.
gc