L’Asilo nido comunale si farà e il Comune non rinuncerà alla realizzazione: l’ente è pronto ad adire all’autorità giudiziaria per ottenere la consegna coatta dell’immobile presente all’ingresso del mercato ortofrutticolo di Pagani.
Ieri mattina, il vicesindaco Anna Rosa Sessa, l’ingegnere Bonaventura Tramontano e la ditta Sicignano, hanno trovato chiuso lo stabile oggetto dei lavori di riqualificazione. La struttura che per anni ha ospitato una emittente televisiva locale e per un periodo anche una banca, potrebbe, secondo la maggioranza, essere la sede del futuro Asilo nido. Sulla porta d’ingresso è stata affissa l’ordinanza sindacale che obbliga la consegna dell’immobile. Alle 9,30, dopo il sopralluogo del responsabile del Patrimonio comunale, avvenuto insieme al vicecesindaco, sono intervenuti gli agenti della polizia locale con il comandante Diodato Di Sarno, i quali hanno redatto un verbale che l’amministrazione utilizzerà per denunciare la vicenda alle autorità preposte. Non ci sono state altre azioni, come indicato nell’ordinanza stessa. Assente il commissario liquidatore Mirko Apa, irraggiungibile al telefono e fuori sede. Il motivo del contendere tra amministrazione comunale e commissario liquidatore è il cambio di destinazione d’uso. Sulla questione l’assessore Gherando Marenghi ha voluto chiarire: “Noi abbiamo cambiato l’uso e non la destinazione urbanistica. La zona è servizi ed è rimasta a servizi. Il consiglio comunale, nella seduta del 17 luglio, si è limitato a cambiare la destinazione d’uso della palazzina. Per altro facendo una cosa che prima non c’era, immaginando una destinazione compatibile con la destinazione urbanistica a servizi. Non è stata toccata la destinazione d’uso”. Di contro, per quanto invece asserito sulla destinazione d’uso, proprio dalla sede mercatale, ci dovrebbe essere prima l’approvazione della giunta regionale e poi quella del consiglio regionale. È questo un nodo su cui Marenghi ha voluto far luce: “In diritto amministrativo c’è il diritto della presunzione di legittimità. Se fosse vera questa cosa, l’atto che abbiamo fatto sarebbe illegittimo e lo avrebbero impugnato al Tar. Allora domando: com’è che non hanno presentato ricorso? Com’è che i soggetti legittimati non hanno fatto nessuna contestazione giudiziale? Perché un conto è la destinazione urbanistica e un conto è la destinazione d’uso. La zona è F, ed è rimasta F e cioè a servizi. Se volessimo fare una destinazione urbanistica, dovremmo realizzare una variante e in questo caso dovrebbe passare alla Regione”. La posizione dell’amministrazione, riguardo al possesso dell’area, si rafforza col fatto che il complesso di via Mangioni è di proprietà comunale dal 28 aprile del 2016. Il sindaco facente funzioni Anna Rosa Sessa ha invece rassicurato sull’inizio dei lavori: “Tra un paio di giorni si dovrebbe sbloccare la situazione per l’inizio dei lavori. La questione sarà impugnata davanti al giudice competente ex articolo 700 del codice di procedura penale. L’immobile risulta occupato abusivamente ed inutilizzato da anni”.
Redazione