Andrea, nome di fantasia, è un minore gravemente malato, affetto dalla Sindrome di Duchenne, vive a Pagani ed è costretto su una carrozzina. Sua madre è tra le tante scese in piazza la settimana scorsa per difendere il diritto alla cura di suo figlio. Ora, per difendere quel diritto, si è rivolta al magistrato.
Ma partiamo dall’inizio. Andrea è affetto da una grave forma di distrofia muscolare. Non deambula e ha perso gran parte delle proprie autonomie. I medici, quelli della ASL, gli hanno assegnato una terapia che deve fare per cinque giorni a settimana. Andrea l’ha cominciata poco tempo fa, con il monitoraggio continuo della capacità vitale polmonare sulla funzionalità cardiopolmonare, con parametri – per fortuna – ancora non compromessi. In poco tempo ha già ottenuto dei risultati. Per esempio, respira meglio. Ma la terapia è stata interrotta per cui Andrea rischia di perdere ciò che ha acquisito in poche settimane, tornare indietro, peggiorare. Forse in maniera irreversibile. I medici dicono che la drastica interruzione della riabilitazione comporta la compromissione dell’intero percorso di cura, con ricadute sull’integrità, oltre che fisica, psicologica del ragazzo e della sua famiglia. Per questo la madre è scesa in piazza. Ma ha fatto qualcosa di più: giovedì scorso, tramite il suo avvocato, ha presentato una diffida alla ASL dando 24 ore di tempo per riammettere suo figlio alle cure di cui ha bisogno. Di ore ne sono passate molte di più. Nessuna risposta.
Ora i genitori di Andrea hanno deciso di ricorrere al magistrato.Il loro avvocato, Domenico Vuolo, ha presentato un ricorso al Tribunale di Nocera Inferiore per chiedere con urgenza (ex. Art.700 c.p.c.) che il Giudice ordini al Responsabile Riabilitazione del Distretto 60- ASL Salerno il rilascio dell’autorizzazione alla prosecuzione della terapia per Andrea. “Non era mai successo – dichiara l’avvocato- che in questa ASL si dovesse ricorrere al magistrato per ricevere cure che la stessa Asl ha prescritto come necessarie e urgenti. È un paradosso inconcepibile”. ” Siamo sicuri – aggiunge- che il giudice riconoscerà il sacrosanto diritto di Andrea ad una terapia senza la quale, sono gli specialisti a dirlo, la sua salute rischia di essere compromessa per sempre. Ma sarà una triste vittoria, perché non è possibile in un paese civile assistere a cose come questa, e perché nessuno potrà ripagare Andrea e la sua famiglia delle sofferenze e delle ingiustizie che stano vivendo”. Nella storia di Andrea e della sua famiglia si apre quindi un altro capitolo, dove la speranza di guarire non è affidata a un’equipe di specialisti ma ad un giudice. Comunque la si guardi, una brutta storia.