VIDEO – Pescatori impegnati a ripulire i fondali del golfo di Salerno. Ecco cosa e dove si trova

I pescatori salernitani stanno diventando gli spazzini del mare.

I fondali del Golfo di Salerno sono pieni di rifiuti, dalle lavatrici alla tantissima plastica. Salvatore Fiorillo, presidente della cooperativa di pescatori “Acquamarina” e il suo vice, Rosario Consiglio, in un articolo di Salvatore De Napoli su La Città, avevano denunciato la presenza di «bottiglie di plastica e di vetro, copertoni, lavatrici, teloni di copertura delle serre, bicchieri, piatti, cassette di polistirolo o di legno: nelle reti troviamo di tutto, anche l’inimmaginabili». Una situazione diffusa perfino nei pressi di mete turistiche di grande prestigio, come tra Praiano e Positano, dove si registra una delle situazioni peggiori, ma anche alle foci dei fiumi e poi di lì, in base alle correnti, i materiali si diffondono in tutto il golfo. I due pescatori avevano ricordato al ritiro delle reti calate per due chilometri, a una profondità dai 50 ai 150 metri, sotto costa, si pescano «fino a 30 chili di plastica ad uscita. Se caliamo le reti a strascico, la quantità supera anche 10 volte tanto. E ad essere interessato è tutto il golfo di Salerno. Basti pensare che i teloni delle serre e i tronchi di albero che arrivano dal Fiume Sele a mare li troviamo fino a Maiori, il polistirolo che contiene le piantine sono ovunque». Fino a luglio scorso i rifiuti venivano ributtati a mare, da agosto è partito il progetto una Rete per il Mare, finanziati con i fondi europei Femap 2014/2020 della Regione Campania, e i rifiuti vengono raccolti in siti sulle banchine e poi ritirati da una ditta specializzata. «Chiediamo che questo progetto venga esteso nel tempo in modo da ripulire realmente il mare – specificano i due della cooperativa – e così consentire la rigenerazione di un ecosistema corretto che è la base del nostro lavoro. Ma solo questo non basta». I pescatori puntano il dito contro le cattive abitudini di molti diportisti: «Ad inquinare non ci sono solo i fiumi ma anche chi va per mare – ricorda Consiglio -. Buona parte dei diportisti torna dopo ore in porto, dopo aver cucinato, mangiato e bevuto con piatti e bicchieri di plastica mentre era a largo, ma non scarica neanche una busta di spazzatura: dove sono andati a finire tutti i rifiuti prodotti? Sia organico, sia prodotti di plastica e perfino per cicche di sigarette. Del resto, ho visto molte volte da grossi motoscafi buttare a mare cassette di polistirolo con i resti dei pesci».

Per i pescatori, sono necessarie una maggiore informazione e sensibilizzazione di chiunque, per lavoro o per diletto, vada per mare. «Siamo orgogliosi di contribuire con il nostro lavoro a ripulire dalla plastica e dai rifiuti in genere i fondali – specificano Fiorillo e Consiglio -, anche se è necessario un progetto specifico al quale possiamo contribuire anche noi, con beneficio per l’ambiente, e che diventerebbe una forma di integrazione del reddito dei pescatori, essendo finanziata dalla Regione. C’è bisogno, però, di un cambio culturale all’interno anche di noi operatori della pesca, che possa farci considerare sentinelle del mare, che con la sua ripulitura salvaguardano l’ambiente ma pure il loro lavoro futuro». Enzo Galdi, vicedirettore della Coldiretti di Salerno ha ricordato che con la loro Impresa pesca associano molti pescatori salernitani e che la loro politica associativa è quella di favorire e assistere gli associati anche nella creazione di forme di integrazione al reddito come fatto con la pescheria e ristorante a miglio zero sulla banchina del Masuccio salernitano: «La ripulitura del mare dalla plastica e dagli altri materiali innaturali potrebbe essere un’attività di integrazione al reddito ed avere uno scopo educativo – aggiunge Galdi -. Anche la pesca turismo, quando s’issano le reti con i rifiuti, è educativo per i turisti presenti».

Raimondo Aufiero

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