Il fiume Sarno potrebbe essere salvato da determinati microrganismi.
È questa una possibilità per ridare vita al corso d’acqua più inquinato d’Europa e al contempo riportare ad antichi fasti tutta la Valle del Sarno, migliorando in particolare la vocazione agricola. A darne notizia la presidente di AgroCepi Salerno, Luciana Mandarino. La dottoressa nocerina, attraverso la sinergia di AgroCepi Salerno, AgroTecnoBios e dell’amministrazione comunale, sta già lavorando con questa tecnologia, alla bonifica di un fondo inquinato situato in viale San Francesco a Nocera Inferiore (progetto orti urbani). L’uso dei microrganismi, tecnicamente definitivi EM, può essere una valida alternativa non solo per la bonifica dei terreni, ma anche delle acque. Insomma, una vera e propria rivoluzione copernicana che, visti alcuni risultati, potrebbe essere la soluzione definitiva ad un problema annoso, quale quello dell’inquinamento del fiume Sarno. In merito al funzionamento dei microrganismi, abbiamo ascoltato, l’esperto, Costantino D’Angelo: “La qualità delle acque con l’annesso disinquinamento oggi è possibile grazie ad una tecnologia giapponese che sfrutta i microrganismi. Per la riduzione del livello di inquinamento dell’acqua, sono disponibili vari trattamenti chimici e biologici, ma l’emergere di una straordinaria tecnologia di una multicultura di microrganismi anaerobici e aerobici sta attualmente guadagnando popolarità grazie alla sua natura ecologica e scarsamente invasiva. Questa efficace tecnologia dei microrganismi (EM) – continua il ricercatore dell’università di Siena- utilizza microrganismi naturali (cianobatteri, e lieviti per lo più )in grado di purificare e ravvivare la natura. Le applicazioni di EM sono state fatte in diverse parti del mondo tra cui della Malesia, India e Giappone a seconda della scala, della posizione, delle condizioni fisiche e geografiche con l’obiettivo principale di migliorare e migliorare la qualità dell’acqua. Uno dei contributi significativi della riabilitazione basata su EM di corpi idrici inquinati e degradati è il ripristino di habitat ed ecosistemi acquatici. I risultati hanno dimostrato chiaramente l’efficacia di questa tecnica per il ripristino della qualità dell’acqua del bacino fluviale degradato”. Tecnica confermata e supportata anche dal ricercatore del Cnr di Pozzuoli, professor Rocco De Prisco. Non volendo peccare di campanilismo, Mandarino, D’Angelo e De Prisco: sono tutti nocerini. La tecnologia illustrata, per quanto appreso, potrebbe essere utilizzata nel Grande Progetto del Fiume Sarno da parte della Regione Campania? L’Ente ha varato negli ultimi anni con l’amministrazione Caldoro e poi con quella De Luca, un progetto idraulico che prevede il solo disinquinamento, allo stato attuale, delle vasche Pianillo e Fornillo, nonché l’utilizzo del canale Conte Sarno. Su quest’ultimo sono state sollevate perplessità per l’interessamento degli Scavi di Pompei che, pare, potrebbero essere coinvolti nei lavori. Il progetto, in linea di massima, è descritto nell’ultima delibera della Regione Campania del 13 marzo 2018, relativa al programma di interventi di mitigazione del rischio idraulico. Ma sul disinquinamento, ci sarebbero delle novità. Oltre le attività svolte il 10 aprile di quest’anno, come descritto nella relazione sul rischio idraulico del fiume Sarno e la proroga della valutazione di impatto ambientale, è stata varata l’istruttoria, ad agosto, del piano di tutela delle acque (PTA). Per quest’ultimo è possibile fare delle osservazioni ed è in scadenza per fine anno. È comunque un piano importante, poiché stabilisce la procedura di valutazione ambientale strategica e la tutela e la gestione della risorsa idrica. Quindi si entrerebbe nel merito anche dei corsi d’acqua. Per il riassetto funzionale dell’intero bacino idrografico, dai 207 milioni iniziali, si è passati ad un investimento di circa 400 milioni. Da annotare che oltre alla sistemazione idraulica, è prevista, come affermato dal vicepresidente Fulvio Bonavitacola a marzo di quest’anno, “un programma di disinquinamento e riqualificazione ambientale dell’intero bacino idrografico, comprendente il sistema di collettamento e depurazione di tutti i reflui civili e industriali dell’area”.
Giuseppe Colamonaco