Sarebbero al vaglio della Procura di Nocera Inferiore, a seguito di alcuni esposti, anonimi e non, le concessioni edilizie rilasciate negli ultimi mesi dal Comune di Castel San Giorgio in piena fascia di rispetto cimiteriale.
Nel mirino della Procura sarebbe dunque finita l’attività dell’ufficio tecnico del Comune di Castel San Giorgio. La prima batosta per il Comune è arrivata dal TAR di Salerno, al quale si era rivolto un cittadino proprio per accertare la legittimità di un permesso a costruire rilasciato dall’ufficio tecnico comunale. Nell’udienza del 24 luglio scorso il Tribunale Amministrativo Regionale ha accolto la tesi dell’avvocato Alfonso Esposito ed ha sospeso la concessione, rinviando a luglio 2020 la sentenza. Il TAR ha respinto la linea difensiva del Comune che si era appellato ad un parere rilasciato nel 1988 dal prof.Caliulo secondo il quale in presenza di una strada provinciale il vincolo di rispetto cimiteriale decadrebbe. Il TAR ha dunque bloccato i lavori in corso per la realizzazione di una palazzina di 6 alloggi della quale erano state gettate le fondamenta, congelando il titolo edilizio e attenzionando di fatto tutta l’attività urbanistico-edilizia avviata dall’Ente nella fascia di rispetto cimiteriale. Il provvedimento potrebbe creare un effetto domino coinvolgendo tutte le concessioni edilizie rilasciate all’indomani dell’approvazione del Puc del 20 dicembre 2018 nelle aree sottoposte a vincolo.
Domani mattina intanto sempre l’avvocato Esposito a tutela degli interessi del suo cliente, presenterà un nuovo ricorso al TAR per chiedere l’abbattimento della rampa di accesso realizzata con una Scia sul cavalcavia che collega Roccapiemonte a Castel Giorgio e che risulta attaccata all’opera di epoca borbonica della sottostante tratta ferroviaria. Sulla realizzazione della rampa di accesso al costruendo fabbricato la Procura nocerina ha già nominato un tecnico per la perizia, perizia che non sarebbe a favore dell’opera e del Comune che l’ha autorizzata. Un’altra tegola sul capo dell’Amministrazione comunale, oltre all’inchiesta Della magistratura, potrebbe essere rappresentata anche dalla richiesta di risarcimento danni da parte del titolare della licenza edilizia bloccata dal TAR. Ad oggi nel cantiere sequestrato sarebbero stati investiti circa 80 mila euro, soldi che il Comune potrebbe essere chiamato a risarcire.