I padri separati scrivono ai prefetti

Con una lunga lettera che nei prossimi giorni giungerà sulle scrivanie di tutti i prefetti d’Italia, l’associazione nazionale Padri Separati Fuori dal Silenzio intende tenere accesi i riflettori sul disagio e sulle sofferenze di migliaia di padri che denunciano quotidianamente abusi e ostruzionismi da parte delle madri, anche in presenza di sentenze da parte dei tribunali.

L’associazione presieduta da Marco Albani e che raggruppa padri separati da tutta Italia, attraverso la lettera scritta davvero con il cuore in mano, chiede ai rappresentanti di governo di prendere in considerazione anche il ruolo dei padri che spesso e volentieri sono vittime di false denunce presentate da donne che si servono di questi mezzi per allontanare i figli dai loro padri. Ecco il testo inviato ai prefetti e per conoscenza al ministro Salvini.
Oggetto: Ordine pubblico e conflitti inter-familiari.
Egregio Prefetto,

La nostra Associazione, insieme alle altre organizzazioni che si sono sviluppate negli ultimi anni, intende fare emergere in tutta la sua reale consistenza il fortissimo disagio sofferto da molti padri separati che, pur in presenza di determinazioni da parte dei Tribunali competenti che sanciscono l’affido CONDIVISO fra madre e padre, ribadendo la portata positiva per la crescita equilibrata dei figli,  del contatto continuativo con entrambi i genitori, spesso non riescono ad esercitare in pienezza i diritti formalmente stabiliti. Statisticamente le maggiori difficoltà vengono sperimentate dai padri non domiciliatari dei bimbi senza negare le altre fattispecie.  Questo si realizza nell’impossibilità di visita dei propri figli nonostante tempi e modi definiti e concordati, o creando ostruzioni di ogni genere finalizzate comunque ad impedire o rarefare il tempo che i bimbi dovrebbero trascorrere col padre. Denunciare tanti piccoli e grandi abusi nella gestione dei tempi con i propri figli bimbi appare del tutto inefficace ed incompatibile coi normali tempi di istruttoria della giustizia. I nostri associati ed i separati in genere lo hanno sperimentato sulla loro pelle. Ci si rivolge troppo spesso alle forze dell’ordine come soluzione estrema, dopo aver esperito tutti i tentativi legittimamente possibili di incontrare i propri figli nella speranza che il proprio diritto di frequentazione possa essere tutelato. Purtroppo, come noto, le forze dell’ordine hanno pochi strumenti per impedire questi abusi. I nostri associati hanno incontrato spesso forze dell’ordine disponibili che solidarizzano, ma difficilmente possono risolvere la specifica situazione. Pur essendo l’ostruzione di un genitore nei confronti dell’altro presente in entrambi i generi, ci permettiamo di osservare che statisticamente, essendo le madri le prevalenti affidatarie, sono i padri a soffrire in prevalenza  tali difficoltà di congiungimento. Si vuole sottolineare in questo ambito che la nostra Associazione mira ad una ambiziosa serenità di rapporto fra uomini e donne, rispettando l’essenziale ruolo di entrambi i genitori, essendo fermamente convinti che la famiglia sia il perno dello sviluppo di una società sana. Per questo la nostra Associazione accoglie il consenso di tante madri, nonne e zie che vivono indirettamente il disagio dei Padri separati. Per tenere lontano il padre vengono adottate molte tecniche, spesso suggerite da avvocati senza scrupoli o comunque di poca sensibilità umana. Avendo una incondizionata stima per il vostro ruolo sociale, così determinante per il presidio dell’ordine pubblico, siete certamente al corrente della mole di denunce di violenza privata, di stalking  e financo di abusi sessuali che, dopo le necessarie istruttorie ed indagini, vengono ritenute infondate o false. Non è pertanto esagerato parlare di strumentalizzazione della denuncia per finalità ben poco nobili: impedire il contatto dei figli con il padre, anche in assenza di reali rischi di ogni genere. Non tutti i padri possono permettersi di intervenire preventivamente , visto il costo, con formali diffide di fronte a finti allarmi lamentati dal coniuge. Il fenomeno della falsa denuncia è grave soprattutto perché macchia di opportunismo quello che rappresenta il primo presidio contro le violenze e gli abusi contro le donne. Il fenomeno delle false denunce è una grave piaga, non solo italiana, come altrettanto grave è il fenomeno della violenza sulle donne. Ma mentre nel caso della violenza sulle donne l’attenzione politica, mediatica, sistemica, processuale è giustamente elevata e lo Stato si è attivato per tempo con vari strumenti di tutela e denuncia (Centri Antiviolenza, Numeri Verdi, Codice Rosso…), nel caso altrettanto grave delle FALSE denunce il nostro Paese, attraverso la politica ma anche attraverso il sistema giudiziario italiano non ha creato alcuna forma efficace di contrasto e prevenzione. Non è questa la sede per studiare perché le vittime di violenza maschili (quando si viene accusati ingiustamente di gravi crimini si è vittime) siano mediaticamente e politicamente ignorate e perché la calunnia subita non è poi effettivamente dimostrabile. Quando un padre viene violato nei suoi diritti di visita, quando viene condizionato nella sua vita quotidiana sapendo che l’aspetta una lotta  senza tregua per esercitare un ancestrale diritto, diventando vittima dell’Alienazione Parentale, ed anche il contatto telefonico previsto nei disposti del Giudice diventa un miraggio o una recita non autentica, non esistono Centri Antiviolenza che portino conforto, non ci sono codici “rossi” da attivare e monta un disagio fortissimo che rappresenta la constatazione di essere dei falliti, impoveriti dai mantenimenti e screditati nella propria dignità di persona prima che di uomini. Ciò apre alla depressione e talvolta al gesto estremo di farla finita. Avete certamente Voi accesso ai dati del numero dei padri separati che si sono suicidati e al numero di uomini separati esasperati e privati di ogni dignità che esplodono in forme violente di reazione, sempre condannabili. Ma  l’uomo separato disperato ed esasperato, diventa subito mediaticamente l’uomo violento, l’orco da dimenticare al più presto, senza studiare cosa ha generato l’esasperazione e l’annichilimento della capacità di ragionare, per prevenire il ripetersi di atti violenti. Se poi ineludibilmente arriva la denuncia penale che porta a provvedimenti di allontanamento immediato dai propri amati figli, il cerchio del disagio è chiuso, lo sbandamento assicurato.

Perché Le scriviamo?
Perché quando ad un padre viene negato  il diritto di parlare,  vedere, abbracciare il proprio figlio, anche quando avrebbe bisogno di conforto paterno dopo una grave operazione in ospedale, chiede aiuto alle forze dell’ordine ma con scarsi risultati. Chi li ostruisce sa di rimanere impunito, nessuna sanzione immediata per ricostituire il normale rapporto. Lo Sato ha la capacità e la volontà di reagire a questo  diffuso disagio? La risposta è negativa. Lo Stato Italiano accumula condanne su condanne dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per incapacità di tutelare la reale bigenitorialità. Ci sono almeno 4 condanne negli ultimi anni perché i Padri sono stati riconosciuti discriminati dopo decenni di lotte giudiziarie. Al contrario, se una madre chiama le forze dell’ordine perché la presenza del padre dei figli gli genera “paura” financo in zone pubbliche, esse intervengono con diffusa immediatezza. E questo fa loro onore. Noi siamo del tutto consapevoli che esistono uomini pericolosi, ci mancherebbe, ma non lo sono i padri che si adoperano per vedere i propri figli, che non hanno alcuna intenzione di aggredire le madri, ma vogliono godere dello spettacolo di vedere i propri figli giocare o fare sport come naturale ed ancestrale voglia di partecipare alla crescita della propria continuità esistenziale. Vogliamo perciò sollecitare la vostra attenzione sulla presenza di donne non equilibrate e talvolta spregiudicate che fingendo sentimenti di paura, attivano le forze dell’ordine con il solo scopo di allontanare il padre dai figli. Vi chiediamo sommessamente ed umilmente  di fare vostro lo spirito insito nella legge 54/2006  e nei principi fondamentali della prevista attuale riforma della bigenitorialità: non lasciarsi convincere dalla criminalizzazione di genere che alcuni movimenti stanno sviluppando e perorare la concreta equità di giudizio nel rispetto dei provvedimenti dei giudici e della misericordia umana. Se un padre chiama le forze dell’ordine, non ignoratelo, cercate di aiutarlo a risolvere la situazione attivandovi nei modi a voi consentiti, come fate quando a chiamare è una mamma; e se una madre chiama le forze dell’ordine preoccupata per la presenza in un luogo pubblico del padre dei suoi figli in occasione di una loro attività sportiva o ludica, verificate l’esistenza di provvedimenti di inibizione, interdizione od allontanamento in capo al padre. Se tale provvedimento non c’è molto probabilmente si tratta di azioni ostruttive non legittime; per intervenire con le forze dell’ordine non dovrebbe bastare un generico e non motivato sentimento di “paura” lamentato, che non dovrebbe valere di più dell’intenso sentimento di “amore” del padre che vuole invece avvicinare le sue creature; al contrario va valutato il caso di procurato allarme per l’utilizzo delle forze dell’ordine quando non ci sono oggettivi elementi di rischio. Oltre alle false denunce, alle ostruzioni agli incontri vogliamo da ultimo segnalare la piaga delle sottrazioni dei minori che si verificano periodicamente, con genitori affidatari che  cambiano domicilio senza concordarne gli elementi con l’altro genitore. Troppi i casi impuniti in cui la mamma (come detto prevalentemente affidataria) semplicemente si trasferisce, privando il padre della possibilità di esercitare i suoi diritti. Di fronte ad una denuncia per sottrazione di minore Vi preghiamo di tenere alta la guardia perché in questo caso l’esasperazione diventa umanamente intollerabile. Ringraziamo enormemente per il tempo dedicato e naturalmente siamo a disposizione per ogni ulteriore approfondimento invitando a leggere la sobrietà e la moderazione dei nostri principi statutari.

Distinti saluti
Il Responsabile delle Relazioni Istituzionali
Dr. Fabrizio DE LONGIS
Il Presidente
Dr. Marco ALBANI

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