Subambiti per i rifiuti, l’Agro, l’Irno e Cava ancora fermi. Ecco gli interessi nascosti

Nell’Agro e nella Valle dell’Irno ancora tutti fermi al palo per la creazione di subambiti per la gestione del servizio di rifiuti solidi urbani.

Finora, infatti, solo chiacchiere e idee avanzate ma nessuna concreta proposta comunicata all’Eda, l’Ente d’Ambito, che gestisce il servizio nell’ambito dell’Ato Salerno, composto dai 158 comuni della provincia e da Senerchia, Caposele e Calabritto nell’Avellinese. Una partenza definitiva annunciata a La Città dall’avvocato Bruno Di Nesta, direttore generale dell’Eda. «Finora abbiamo ricevuto la richiesta di costituire un sub ambito dai comuni della comunità montana del Vallo di Diano, con allegate molte delibere comunali, e quelli della comunità del Bussento-Lambro-Mingardo ma senza delibere – ha dichiarato l’avvocato Di Nesta a Salvatore De Napoli -. I sindaci della Costiera amalfitana ci hanno comunicato di aver avviato un lavoro per costituirne uno. Abbiamo tenuto a dicembre due riunioni, una a Nocera Inferiore su un’ipotesi di un ente tra le due Nocera, Castel San Giorgio e Roccapiemonte, e un’altra per gli otto comuni della Valle dell’Irno, mentre si vorrebbe costituire un eco distretto tra Giffoni Valle Piana e Pontecagnano. C’era anche una vecchia proposta di un sub ambito dell’Alento». Sul tavolo, quindi, di concreto ci sono solo le due proposte del Vallo di Diano e del Busento-Lambro-Mingardo. «Per gli altri territori – ha aggiunto il direttore generale – faremo una serie di incontri in loco per spiegare cosa è un sub ambito e come farlo». E il presidente dell’Eda, Giovanni Coscia aggiunge: «L’ambito di Salerno è ormai in fase di decollo. Importante sarà il ruolo dei sindaci. I comuni devono rendersi conto che i protagonisti devono essere consapevoli, partecipi e propositi nella gestione del ciclo dei rifiuti».

Per la gestione dei rifiuti sarà scritta una pagina: «Non solo ogni ambito o sub ambito dovrà essere autosufficiente nella gestione del ciclo dei rifiuti – ha sottolineato Di Nesta -, ma ci sarà anche un’ unica ditta o associazione temporanea di imprese per lo spazzamento, la raccolta di rifiuti solidi urbani, il trasporto e lo smaltimento, nell’ambito o nel sub ambito. Terminerà così quella frammentazione che ha ostacolato le buone pratiche in questo settore».

Il commento di Salvatore De Napoli sulla Città di ieri, sottolinea da un alto i vantaggi di un unico interlocutore nel ridurre i costi di gestione e migliorare i servizi ma anche le resistenze che l’Eda incontra. «Per molti comuni, infatti, la situazione attuale significa svolgere direttamente il ruolo di protagonista nella gestione del servizio, negli appalti, nella determinazione delle piante organiche: una fetta di potere reale su un servizio che in alcuni casi vale milioni di euro l’anno – scrive la Città -. In questo mesi, inoltre, i comuni hanno affidato appalti ad aziende private, sotto la spinta dell’urgenza dello svolgere il servizio di igiene urbana in luogo dei consorzi di bacino, sottoscrivendo contratti per diversi anni che cesserebbero automaticamente con il decollo dell’Eda. A vedere male questo decollo è anche la criminalità organizzata, che in un ente più grande e con tanti controlli più difficilmente può allungare i tentacoli».

Redazione

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