Situazione critica seconso Legambiente. I dati relativi ai controlli svolti sulle acque in uscita dagli impianti di depurazione che servono i comuni del Bacino Sarno rilevano nel 23% dei casi risulta “non conforme” ai dettami di legge.
I volontari di Legambiente si sono dati appuntamento alla foce del Fiume Sarno a Castellammare di Stabia per #FlashMobFridaysForFuture con cartelli e striscioni tra rifiuti di plastica per denunciare la maladepurazione in Campania e in particolare la situazione del Fiume Sarno. Si è svolto stamattina la seconda iniziativa di mobilitazione di Legambiente contro effetti cambiamenti climatici e per far entrare alcuni dei temi nella campagna elettorale per i candidati campani alle Europee.
«Secondo gli ultimi dati Arpac – ha commentato Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania – relativi alla funzionalità degli impianti di depurazione destinati a servire i 40 comuni del bacino del Sarno ottenuti dai risultati dei controlli di conformità o meno delle acque trattate dagli stessi impianti rispetto ai limiti di legge, hanno evidenziato per il 2018 una complessiva percentuale di non conformità per il 23% dei controlli, dunque poco meno di 1/4 di non conformi. Tale riscontro evidenzia il ersistere di significative criticità sulla funzionalità e/o conduzione degli impianti, con la conseguenza che l’inadeguata depurazione delle acque reflue trattate, cui si aggiunge l’ammontare ancora rilevante dei reflui che non passano affatto per i depuratori, va a compromettere la qualità dei corpi idrici recettori, fiume Sarno, torrenti e mare».
Non diversa la situazione complessiva in Campania- denuncia Legambiente- visto che secondo gli ultimi dati resi disponibili dall’Arpac relativi ai controlli svolti nel 2018 sulle acque in uscita dagli impianti di depurazione, confermano la cronica criticità della situazione dal punto di vista della funzionalità e qualità della conduzione degli impianti. Infatti, su base regionale ben il 39% dei controlli è risultato “non conforme”, con punte di non conformità del 63% per gli impianti della provincia di Caserta e a seguire del 53% per quelli della provincia di Benevento,del 49% per la provincia di Salerno, 48% per la provincia di Avellino, e il 26% per la provincia di Napoli.