Inquinamento torrenti nocerini: presentati due esposti. Pericolo anche dalle polveri dei fanghi

La battaglia contro l’inquinamento dei due torrenti nocerini, Solofrana e Cavaiola, continua.

la-fine-della-vergogna-rtaliveÈ il comitato “La fine della vergogna” a segnare il passo sul tema e nonostante i vari tour in città e nelle scuole da parte dei propri aderenti, il problema inquinamento risulta comunque poco sentito dalla popolazione. La sensibilizzazione su cui punta il comitato, al momento, sembra essere un obiettivo lontano. A distanza di un anno e dopo diverse riunioni presso i locali del vecchio ospedale Santa Elisabetta, gli attivisti hanno prodotto ben due esposti: uno alla Procura della Repubblica di Nocera Inferiore e l’altro alla Procura della Repubblica di Avellino. Il primo esposto, risalente al 3 settembre dello scorso anno, riporta notizia di reato a norma dell’articolo 347 del codice di procedura penale, nonché la violazione dell’articolo 365/II° comma n. 3 del codice penale e dell’articolo 163 del decreto legislativo n.490/99. Nella premessa per i due torrenti si parla di rischio di disastro ambientale e di costante areosol cancerogeno. Inoltre, si legge nel documento, i liquidi sversati nei due corsi d’acqua sono altamente inquinati. I dati che confermerebbero questa tendenza allarmante sono quelli dell’Arpac: dal 2012 al 2017. Gli indiziati principali dell’inquinamento sono i metalli pesanti, in particolare il Cromo. Ad avallare i numeri dell’agenzia regionale per l’ambiente vi é, a corredo dell’esposto, una ricca letteratura scientifica. L’ultima in ordine cronologico è quella del 2015: “Effects of heavy metals on ultrastructure and Hsp70 induction in Lemna minor L.exposed to water along the Sarno River”.

fiume-solofrana-sarno-alveo-nocerino-rtalive-inquinamento-acquaI firmatari dell’esposto presentato alla Procura nocerina sono: Cittadinanza attiva, No Vasche No Inquinamento, Tribunale per i diritti del malato, Amdot, Pro loco e Ada. Il secondo esposto é più recente ed è relativo al 14 gennaio di quest’anno. A presentarlo il comitato “La fine della vergogna” ed alcuni componenti: il presidente e medico Agostino Galdi, il fondatore dottor Luigi D’Angelo, i vicepresidenti i dottori Rocco De Prisco ed Emiddio Ventre, l’economo dottor Lucio Malinconico e la segretaria avvocato Anna Panariti. Anche in questo documento sono presenti i dati dell’Arpac, una cospicua letteratura scientifica, il parere tecnico – scientifico ed alcuni studi universitari. In allegato ad entrambi gli esposti ci sono: il parere dei professori De Vivo e Albanese, l’elaborato peritale del professor Franco Ortolani, un dvd con dati statistici, alcuni articoli di stampa e foto. Due esposti molto corposi e dettagliati. Ma cosa chiedono gli ambientalisti sull’inquinamento? fiume-sarno-solofrana-alveo-nocerino-rtaliveIn primis l’accertamento delle responsabilità e una formale denuncia nei confronti degli autori dei reati. Per il comitato ciò che sta avvenendo, da circa 40 anni, è una strage silenziosa con grave pericolo sanitario. Il problema inquinamento del fiume Sarno e dei suoi tributari é ancora più articolato. Ad illustrare altri aspetti sulla vicenda, il dottor Carmine Ferrara, esperto in riqualificazione ambientale e processi partecipativi: “Non voglio criminalizzare il settore agricolo, ma l’impatto sul fiume da parte dell’agricoltura è del 30-40 %. Fatto salvo le eccellenze, le colture del comprensorio sono di tipo intensivo e in queste vengono usati molti prodotti chimici: tra questi gli anticrittogramici, i diserbanti ed i fertilizzanti.

proteste-inquinamento-solofra-rtaliveAllo stato attuale si tratta di rifiuti speciali che debbono essere controllati: non ci sono azioni di mitigazione per l’impatto ambientale derivante dell’agricoltura. Basterebbe ad esempio visionare i quaderni di campagna e capire da lì quale uso si fa di queste sostanze. L’inquinamento prodotto passa dai canali di irrigazione al fiume e da qui nei fanghi e proprio da questi il vento trasporta gli inquinanti come polvere nell’aria. È la Regione che sull’impatto agricolo dovrebbe controllare e verificare se ci sia un uso indiscriminato dei prodotti citati”. Dunque a preoccupare non è solo l’effetto areosol del torrente Solofrana in via Pucci, con annessi scarichi lungo il corso d’acqua, ma anche le polveri che dai fanghi vengono respirati quotidianamente.

gc
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