Falsa denuncia per stalking e violenza sessuale. Donna rinviata a giudizio per calunnia

Tutto ha inizio tre anni fa quando la donna, 36enne di Castel San Giorgio, lascia il marito, 40enne di Roccapiemonte e la casa coniugale per tornare alla dimora dei suoi genitori.

Il rapporto tra i due negli ultimi tempi era diventato burrascoso. L’amore aveva già da tempo lasciato il posto al fallimento matrimoniale e all’insoddisfazione da parte di entrambi, ma nulla poteva far presagire ciò che di lì a poco sarebbe accaduto. Dopo circa quindici giorni dall’allontanamento spontaneo, la donna chiede la separazione consensuale, ma le condizioni sono per l’uomo inaccettabili, non solo per la cifra di mantenimento richiesta, ma soprattutto perché gli veniva imposto di non vedere mai da solo la figlia, che oggi ha quasi sette anni. Non riuscendo a convincere il marito con le “buone”, la donna si reca dai carabinieri della locale stazione e lo denuncia per violenza sessuale perpetrata costantemente per almeno un anno, stalking e violenze in famiglia, anche a danno della minore. L’intenzione è chiara: imporre al marito le misure cautelari in modo da allontanarlo coattivamente dalla propria abitazione e, inoltre, privarlo dell’affetto della figlia. Si può solo immaginare lo sgomento dell’uomo quando apprende di essere stato oggetto dell’infamante denuncia, perché da quel mese di agosto 2016 inizia per lui il vero calvario. Poco tempo dopo la moglie gli impedisce di vedere la figlia, che l’uomo potrà riabbracciare solo nel mese di giugno dell’anno successivo e soltanto presso i servizi sociali del comune di Castel San Giorgio. Tale condotta ha già causato alla donna una denuncia con rinvio a giudizio per “sottrazione di persona incapace”, unitamente ai suoi genitori. Nel frattempo il 42 enne rocchese inizia a subire ogni tipo di vessazione: minacce telefoniche, distacchi continui del contatore elettrico, distacco della fornitura idrica, ecc… L’uomo non si perde d’animo ed inizia a reagire. Venuto a conoscenza delle false accuse mosse a suo carico, grazie alla difesa legale dell’avv. Rosaria Corvino di Siano, presenta querela per calunnia contro la moglie.

Ad una prima richiesta di archiviazione da parte del PM delle querele di entrambi i coniugi, viene proposta opposizione dalle difese e l’allora GIP del Tribunale di Nocera inferiore, accogliendo le argomentazioni dell’avv. Corvino, dispone ulteriori indagini. Nel frattempo il nuovo pm incaricato per le indagini acquisisce ulteriori elementi e persino dei video erotici consegnati dall’uomo, in cui è palese che i rapporti sessuali si svolgano in maniera consenziente e senza alcuna costrizione. Al termine delle indagini, il pm propone l’archiviazione per l’uomo, del tutto estraneo alle accuse, ma non ravvisa il dolo e quindi il reato di calunnia, per la donna. Tenacemente il difensore del marito presenta nuovamente opposizione alla richiesta di archiviazione nei confronti della donna e a questo punto la svolta. Il nuovo GIP, dott. Gustavo Danise, sciogliendo la riserva, ha rigettato le accuse nei confronti del marito ed ha disposto il rinvio a giudizio per il reato di calunnia, ravvisandone gli elementi, oggettivi e soggettivi, per la donna che ora dovrà affrontare un nuovo processo, fissato per il 03.10.2019 innanzi al GIP del Tribunale di Nocera Inferiore.
Ma tutte queste battaglie legali poco contano se si pensa al danno subito dalla bambina, che da quasi tre anni vive in un ambiente che ha completamente alienato la figura paterna, rendendola figlia orfana di un padre vivo.

Luisa Trezza

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