L’inchiesta della Guardia di Finanza di Salerno fa luce sul giro di mazzette alla commissione tributaria di Salerno. Tutti i nomi degli arrestati ed indagati.
Un vero e proprio terremoto giudiziario quello che ieri ha squarciato il velo della corruzione che ricopriva la commissione tributaria di Salerno. L’inchiesta, condotta dal nucleo di polizia economica della Guardia di Finanza,coordinata dalla pm Elena Guarino con il procuratore aggiunto Luigi Alberto Cannavale ha portato agli arresti di due giudici tributari, Fernando Spanò, presidente della IV sezione e Giuseppe De Camillis, vicepresidente della seconda sezione.
I due, secondo la ricostruzione degli uomini del colonnello Gabriele Di Guglielmo e del tenente colonnello Salvatore Serra, avrebbero intascato tangenti per velocizzare l’esame del ricorso relativamente alle posizioni di sei aziende: la Metoda spa, Agrolatte srl, Agrolatte catering srl, Esplana spa (poi diventata srl), Facomgas e Autoshop (in liquidazione). Insieme ai giudici corrotti sono finiti in carcere anche due funzionari di segreteria, il salernitano Giuseppe Naimoli e Salvatore Sammartino di Sarno.
Gli altri dieci arrestati sono tutti imprenditori e consulenti delle sei aziende coinvolte. Tra di loro anche un avvocato di Castel San Giorgio, Alfonso De Vivo, consigliere comunale di maggioranza con deleghe ai finanziamenti regionali ed europei. In carcere da ieri sono finiti anche Cosimo Amoddio di Battipaglia, amministratore unico dell’azienda di autoricambi Autoshop e già presidente della Battipagliese calcio di cui fu anche sponsor ufficiale, il ragioniere Vincenzo Castellano di Ariano Irpino, dello Studio di Consulenza Societaria e Tributaria Castellano, Angelo Criscuolo di Cicciano, Antonio D’Ambrosi di Nocera Inferiore, direttore di Agrolatte, Claudio Domenico Dusci, presidente del consiglio di amministrazione di un’azienda del settore software preimballato con sede a Fisciano, Andrea Miranda di San Valentino Torio, P.G. di San Sebastiano al Vesuvio, Aniello Russo di Tramonti e l’ex parlamentare Teodoro Tascone originario di Baiano eletto nella XII Legislatura della Repubblica italiana tra le fila di Alleanza Nazionale.
L’accusa per tutti è di concorso formale in corruzione di atti giudiziari. Chiamavano “mozzarelle” le tangenti che davano ai magistrati per ottenere sentenze favorevoli nei procedimenti tributari nei loro confronti.
Almeno dieci i procedimenti che sarebbero stati condizionati, per un danno erariale di circa 15 milioni di euro.
Solo alla Facomgas di Siano sarebbe stata abbonata una cartella esattoriale da 8 milioni di euro. A un’altra società di Salerno è stato fatto uno sconto di 1 milione di euro. Le «mazzette» come la ha chiamate nel corso della conferenza stampa il procuratore Luca Masini, variavano dai cinquemila ai 30mila euro e venivano concordate con i due dipendenti della segreteria.
In alcuni casi, quando i corruttori non riuscivano a versare le tangenti erano i due impiegati ad anticipare le mazzette ai giudici. Il pagamento doveva avvenire obbligatoriamente il giorno prima dell’udienza. Nel corso del blitz, a uno dei due dipendenti della Commissione tributaria sono stati sequestrati ben 50mila euro in contanti. Gli indagati parlavano in codice e scambiavano il denaro in contanti quasi sempre il giorno prima della decisione.
Un video ha documentato uno degli scambi all’interno di un ascensore. Oltre ai 14 finiti in carcere risultano indagate altre 5 persone: Giuseppe De Vivo di Castel San Giorgio, padre dell’avvocato e consigliere comunale arrestato, nonché patron dell’azienda Facom gas, Maria Evilina Di Nosse, avvocato di Nocera Superiore, Cesare Alessandro Gonnelli di Formello Roma, Franco Spanò, figlio del giudice arrestato e al quale sarebbe stato promesso un posto di lavoro, Raffaele Romano di Scafati.
Luisa Trezza
Video della conferenza stampa.