Inchiesta sull’estorsione a un noleggiatore di auto di Nocera Superiore, arriva la replica di uno degli indagati.
La polizia del commissariato di Nocera Inferiore ha eseguito negli scorsi giorni due misure cautelari del divieto di avvicinamento al titolare di un noleggio di vetture a Nocera Superiore. Secondo le ipotesi di accusa, una coppia di coniugi di Nocera Superiore, il 31enne A. E. e la 29enne moglie M. M. che dal gennaio di quest’anno, avevano avanzato una richiesta estorsiva di circa 8.000 euro, ad un imprenditore di una grossa ditta di autonoleggio di Nocera Superiore, celandosi dietro un asserito e presunto credito nei confronti della vittima. Il noleggiatore assieme alla moglie hanno denunciato i coniugi presentando le registrazioni di alcune telefonate il cui contenuto era riconducibile ad una richiesta estorsiva con l’utilizzo del metodo mafioso. In più occasioni gli estorsori, avvalendosi anche della complicità di altre persone inserite nell’ambito della malavita dell’Agro nocerino, intimavano alle loro vittime di consegnare quanto richiesto con minacce e con la prospettiva di gravi danni alla ditta ed alle loro stesse persone, vantando non meglio specificate “amicizie “ in ambienti malavitosi.
LA REPLICA DI M.M.
M.M. ha scritto alla nostra redazione chiedendo di poter replicare. Ovviamente l’indagata avrà modo nelle sedi opportune di far valere le loro ragioni. Per completezza di informazione si pubblica il messaggio inviato da M.M. con oscurato elementi (segnati con XXXX) che possano danneggiare le indagini. Scrive M.M.: «Circa XXXX anni fa ho venduto la mia macchina a questa persona, si tratta di una XXXX nuova, la stessa intestata a mia madre… la persona da voi indicata come vittima rilasciò a mia madre un assegno a scadenza XXXX che alla fine si rivelò non coperto. Cercammo all’epoca con l’aiuto di un noto imprenditore edile amico di famiglia di riavere indietro l’auto non pagata oppure i soldi, i nostri tentativi furono invani perché il signor XXXX minacciava me e la mia famiglia. Non ci siamo mai rivolti alle forze dell’ordine perché la madre dello stesso la signora XXXX ci prometteva che avrebbe lei stessa provveduto a risolvere questi problemi del figlio; cosa mai successa. Nel frattempo Il signor XXXX minaccia mia madre e vuole riavere il titolo dell’assegno, mia madre tranquillamente lo restituisce ovviamente dopo che la stessa banca lo aveva professato. Allora Il signor XXXX fu raggiunto dell’ennesima misura cautelare in carcere per suoi problemi personali e noi rinunciammo questi soldi. Dopo anni di carcere il XXXX esce ed io accompagnata dal mio compagno decido di chiedergli con estrema gentilezza e cortesia di riavere i soldi dell’auto; inizialmente lui si dimostra molto disponibile e conferma anche di non aver mai negato questi soldi alla mia famiglia, in un secondo momento comincia ad essere sfuggente e celandosi dietro menzogne io M.R decido di contattare lui è la sua compagna…così mi recai con mia figlia neonata presso il suo negozio sito a Nocera Superiore ed è li che nel bel mezzo della nostra conversazione si presentò la polizia. Fu allora che capii che il signor XXXX stava usando per l’ennesima volta una strategia per non ridare i soldi di cui ingiustamente si era appropriato. Ammetto anche di averlo più di una contattato ma di non aver preteso soldi ma solo un accordo. Ci tengo a precisare che questi soldi erano di mia madre attualmente malata oncologica che si era indebitata con la banca proprio perché costretta a far un prestito per pagare quest’auto. Non mi sono rivolta ad un legale perché conosciamo benissimo i tempi d’attesa della burocrazia italiana».
Redazione