Una cena a quattro mani all’ombra del campanile

Nella incantevole e suggestiva località Vescovado, dove il calore delle luci, la sacralità del palazzo vescovile, i settecenteschi decori dei sontuosi palazzi gentilizi che costeggiano la strada, e proprio nelle stanze poste al pian terreno di una di queste residenze vi è il ristorante Sine Cera Taberna.

NOCERA INFERIORE. E proprio in quest’incantevole scenario, che coniuga il passato col presente, il 4 u.s. si è tenuta una serata di degustazione di eccellenze culinarie, sotto la guida dello “chef Michelin” Raffaele Vitale. Raffaele ha supervisionato, le prelibatezze preparate con la dovuta dovizia dal giovane chef Federico Cassano. Nel corso della cena ben definita come “cena a quattro mani”, quelle di Federico Cassano e quelle di Raffaele Vitale, questi, ha presentato i frutti del loro raffinato lavoro, ha così evidenziato la provenienza dei prodotti adoperati, – sono i prodotti delle nostre terre e delle nostre attività artigiane – e continuando, – la nostra è una cucina mediterranea, una cucina che a volte va anche alla ricerca di ciò che rimane e con quelli che a volte le brave massaie chiamano scarti, si possono realizzare piatti che a noi sembrano piatti di recupero, ma per altri, piatti di alta qualità e prelibato sapore, e per ottenere ottimi risultati la preparazione ha la sua importanza – . Alle pietanze, sono stati accostati ottimi vini scelti e selezionati da Andrea Donato, una figura schiva, quasi assente per il suo silenzio ed il tenersi in disparte, ma ottimo direttore artistico, un trait d’union tra la cucina il vino e i commensali (per la cronaca non si tratta dell’ex sindaco della vicina Castel San Giorgio, ma solo di un omonimo), vini provenienti dall’azienda Agricola Terre Novae e cantine Quadrigato, di Guardia Sanframondi (BN), il cui titolare Enrico De Lucia, con la collaborazione del sommelier Giuseppe Mazzini (anch’esso omonimo), con dovizie di particolari ne ha presentato la provenienza della coltivazione, e il processo di vinificazione, spaziando poi, sull’analisi del gusto che si ha sorbendo, freschezza, morbidezza e corposità che esaltano la qualità del nettare preferito da Bacco. Tra gli intervenuti alla serata Luigi Vicidomini titolare di un quasi bicentenario pastificio artigianale, che per l’occasione ha realizzato nel suo laboratorio di Castel San Giorgio, una pasta risotto, che è stata apprezzata da tutti, e che si addiceva alla serata un po’ fredda e piovosa, che ha riportato tutti con la mente alla pastina della mamme di quando si era bambini; le prelibate carni di agnello laticauda (il classico “coda chiatta”, specie ovina raramente allevata), invece sono state fornite da Mario Laurino di San Michele di Serino (AV), che per l’occasione ha presentato una sua innovazione nel campo dei salumi, il salame di agnello, che i commensali hanno apprezzato. Nel corso della serata, chi scrive, ha avuto il piacere di ammirare, la professionalità, la raffinatezza e la silenziosità dello chef Raffele Vitale, il quale ha lasciato al giovane Federico la scena ed il primo piano, anche perché cosa certa è che Raffaele Vitale, non ha bisogno di primi piani o posizioni di preminenza, data la vasta esperienza e la sua grande popolarità, tanto da poterlo definire “un attore non protagonista”, infatti ha dato spazio ad un giovane chef emergente, seguendolo da lontano, come la mamma sorveglia il figlio che muove i primi passi, come un padre che guarda con soddisfazione il figlio che affronta la vita pronto a correggerlo ed indirizzarlo, ma senza invadenza, e lo si è notato nei suoi brevi e profondi interventi nel presentare le pietanze preparate da Federico.

Dulcis in fundo l’ultima parola è stata affidata a Federico Cassano, del quale è d’uopo una breve presentazione: a diciotto anni consegue la maturità classica, per non tradire la sua passione per la natura si iscrive alla facoltà di scienze agrarie laureandosi a pieni voti, ma i fornelli lo attraggono, sembra che con essi dialoghi, e non che li adoperi; quindi decide con i suoi genitori di dar vita a un ristorante tutto suo, e così da vita al Sine Cera Taberna. Tornando all’evento, ha così commentato “sono contento delle tante adesioni a questa cena a quattro mani, ciò vuol dire che le pietanze che elaboro, e preparo solo con prodotti delle nostre campagne, perchè credo che i nostri prodotti trovano rara uguaglianza. Sono ancora in via di formazione professionale, e la presenza di uno chef come Raffaele Vitale, che mi ha solo suggerito sottovoce alcune piccole accortezze da usare, in particolare nella loro guarnizione e presentazione, è stata la mia grande soddisfazione. Spero che ciò non resti solo una parentesi, ma che si sviluppi come teorema, il teorema della buona ritrovata cucina. Mi auguro che ciò non avvenga solo nel mio locale, ma in tutti quelli della nostra regione. Rinascendo il piacere del gusto, vi è la rinascita della nostra economia locale principalmente mediante l’utilizzo dei nostri prodotti, e quando dico nostri, mi riferisco non solo ai prodotti del salernitano, ma anche quelli del beneventano e dell’avellinese dove i nostri agricoltori, allevatori e viticultori sono veri maestri; un sinergico rilancio dalla terra alla tavola, con fine filiera al palato di chi degusta. Un rilancio senza sosta, senza ma e senza se. Il tutto per un riproposta d’insieme della nostra economia derivante anche dalle eccellenze culinarie, che oggi purtroppo anche per colpa della globalizzazione e della rincorsa all’acquisto di prodotti con prezzi al ribasso, sta perdendo il suo primo posto sul panorama eno-gastronomico internazionale”.

Giovambattista Rescigno

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