Tutti in fila per Hamza

All’Umberto I di Nocera Inferiore stamane una gran bella lezione di amore e di civiltà. Il sangue ha un solo colore, come il cuore.

Circa 40 persone,stamane, hanno risposto all’appello dei familiari e della Parrocchia di Sant’Antonio di Padova di Poggiomarino su richiesta dei medici della rianimazione dell’Umberto primo. Tanti fratelli di fede musulmana appartenenti alla moschea di Poggiomarino hanno raccolto l’appello e stamane alle otto erano già in fila dinanzi al centro donazioni per un atto d’amore che ha commosso tutti. Musulmani ed italiani insieme, perché il cuore ed il sangue hanno lo stesso colore. Emozionante la testimonianza della professoressa di Italiano di Hamza, il ragazzino di origini marocchine ma nato in Italia che lunedì scorso è caduto da un balcone ed è arrivato in condizioni critiche all’ospedale nocerino. Hamza frequenta il terzo anno della scuola alberghiera di Striano. ”Stanotte non sono riuscita a dormire – racconta la professoressa di Hamza -, la coscienza mi ha interpellato a venire subito qua, dopo andrò a scuola, ma ho il numero 15 e ci vorrà tempo. Lo conosco dal primo anno, un ragazzo vivace, allegro e voluto bene da tutti. Sto piangendo da ieri,sarebbero voluti venire anche i suoi compagni di scuola ma sono minorenni e non possono donare. Hamza parla il napoletano meglio di noi, d’altronde è nato qui come le due sorelline. Con l’italiano… diciamo che avrà il tempo di impararlo meglio quando ritornerà a scuola, non riesco ad immaginare il contrario”.

Bella anche la testimonianza dei ragazzi magrebini. ”Siamo in Italia chi da pochi anni e chi da più di venti, conosciamo la famiglia e quando si è lontani – affermano – si è come un’unica famiglia allargata, chiamarci fratelli non è solo un modo di dire,oggi lo siamo tutti. Dopo la preghiera di stamani siamo corsi qui, siamo tutti figli di Dio, in questo momento siamo un solo popolo per un solo obiettivo, salvare una vita umana. D’altronde è particolare pensare che ad Hamza potrebbe capitare sangue italiano mentre a pazienti italiani sangue africano. È proprio vero che siamo tutti uguali ed in queste occasioni drammatiche la forza della solidarietà abbatte qualsiasi muro. Una storia di amore e di fratellanza tra i popoli che sta rendendo meno dura la prova. Ora tutti attendono il lieto fine e pregano un unico Dio affinché possa salvare il giovane Hamza.

Redazione

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