“L’informazione e il diritto dei bambini di crescere in una famiglia” è il convegno tenutosi ieri mattina ad Angri, presso la “Cittadella della carità don Enrico Smaldone”.
Un tema affrontato in tutte le sue sfaccettature da esperti del settore ed inserito nel corso dei crediti formativi per giornalisti. Dopo i saluti del professor Salvatore Campitiello presidente dell’assostampa Campania Valle del Sarno, si sono susseguiti vari interventi. Il primo è stato quello di don Silvio Longobardi fondatore di “Progetto Famiglia”, seguito poi dagli altri relatori. Ha moderato l’incontro Giovanna Abbagnara direttore responsabile di “Punto Famiglia”. Il convegno ha toccato ad ampio raggio il destino dei minori che vengono affidati alle case famiglia e tutta la rete di volontariato che li circonda. Un lavoro che in Italia mette al centro la vita emotiva del bambino, ma che spesso vede assente o poco presente, proprio lo Stato e tutti gli Enti pubblici preposti, compresi i Comuni. La difficoltà sorta durante le varie argomentazioni è stata quella di dover correlare gli aiuti “statali” alla qualità dell’offerta, in molti casi mai coerente.
Ed ecco che spunta fuori l’aspetto economico del risparmio, un aspetto che penalizza proprio il minore e che offre poco in tema di affetto. Quest’ultimo è un elemento portante di una casa famiglia e che non può essere secondario, nemmeno rispetto all’impegno economico. In tale ottica, chi riesce poi a far quadrare l’assistenza dovuta, sono proprio le associazioni ed il volontariato. Un’attenzione al loro lavoro che proprio i media potrebbero svolgere, informando in modo dettagliato, la comunità intera. Non si tratta di pubblicità, ma di diffondere realtà assistenziali sui minori che hanno poco spazio e che talvolta sono sconosciute. La ricetta? Migliorare la normativa di riferimento, ponendola in linea con la Costituzione ed arricchire quel tessuto di volontariato di mezzi idonei per migliorare la vita dei bambini.
gc