Il sindaco di Nocera riflette sulla situazione in cui versa l’Agro nocerino e individua la strada dell’unica città come l’unica per garantire un futuro. Da qui il lancio di un manifesto. Ecco il testo: «UN MANIFESTO PER L’AGRO NOCERINO SARNESE.
Tra le scommesse da vincere per il nostro futuro, c’è la “scommessa delle scommesse”, quella sul destino del nostro Agro. Ogni sindaco oggi, per ciascuno dei 13 municipi dell’Agro, equivale all’incirca ad un presidente di circoscrizione di una grande città. Poco più di un “sindaco del Rione Sanità”” ! Senza dire che inquinamento, viabilità, trasporti, economia, sono talmente connesse tra loro, per tutto l’Agro, che basta oggi un divieto di accesso (come a Grotti in direzione Porta Romana) ad apparire peggio di una dogana. L’inquinamento non si riduce se le acque, fetide, scorrono tra Cava o Solofra, attraverso Nocera fino al Sarno. Il traffico non diminuisce se le auto confluiscono tutte qui, o quasi, per scuole, uffici Ospedale o Tribunale, senza uno straccio di trasporto pubblico su gomme o su rotaie (in attesa perenne di una “metropolitana dell’Agro). Se manco una riduzione del pedaggio riusciamo, tutti insieme ad ottenere. Dalle malattie non si guarisce se i 3 principali ospedali di distretto (Nocera, Pagani e Scafati, con l’aggiunta di quello nuovo, a Sarno) non si organizzano in un DEA di 2° livello.
L’economia non migliore se di Mercati ce ne sono 4 (Nocera-Pagani, Sarno, S. Egidio) senza un minimo di coordinamento tra loro, Le aree industriali peggio, se non si organizzano in un Distretto. Ed il lavoro, sempre più affidato al caso, alla cortesia o al sopruso, se non facciamo un’unica aAgenzia per l’Occupazione dell’intero Agro.
La cultura non migliora se ognuno tira per la giacchetta la sua mostra, la sua conferenza, il suo archivio (come Sarno e Nocera, o Scafati e Nocera, ancora) mentre la “Tofano” langue come deposito di “cocci archeologici” senza che nessuno pensi a farne il più grande museo a sud di Pompei (come abbiamo provato, nell’isolamento generale) o se Nuceria, quella Alfaterna (o Superiore, se volete) si illude di poter far da sola.
E le chiese sono meno chiese se la più bella basilica di S. Alfonso, resta distante dal Santuario della Madonna dei miracoli a Monte o dalla piccola basilica dei Bagni. E la natura è meno natura se il Parco del fiume Sarno non guarda al Parco dei Monti lattari, in un’unica rete naturalistica che preveda colture, escursioni, tutela, mentre invece scavano ancora fin dentro al culo della montagna o la cloaca sversa ancora dentro il fiume dei Sarrasti.
Chiamatela Nocera de’ Pagani, o Valle del Sarno o Città dell’Agro (già ma quale Agro, mica quello aversano o pontino? Perciò, Agro nocerino).
Ma chiamiamola. Immaginiamo, programmiamo, parliamo. Facciamo.
Ché non basterà una Presidenza della Provincia (nostra da 5 anni a questa parte) perché Provincia, appunto, è Provincia, da Scafati a Sapri,…passando per Salerno. E quindi… un’altra cosa. Ma l’Agro Unito davvero, che non passi per i dépliant della Patto Territoriale ridottasi nell’ultimo decennio e prima d’andare in liquidazione, a costruire carriere politiche per pochi, e a stampar carta per troppi. Magari iniziamo col vederci e parlare, litigando magari, e magari da qui. In primavera, se vogliamo. Non prenotiamo poltrone, o primati; ma le idee almeno. Ed i fatti, i fatti soprattutto. Per un’unica grande vera città. Perché o questo o niente, affogati e ristretti nel nostro cortile, normalità gualcita…”senza slanci, speranze,…tragedie”».
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