Aveva da subito suscitato molte perplessità la lettera di un compagno di cella di Davide Giorgio Sanzone Giancane, imputato dell’omicidio del 52enne infermiere nocerino Maurizio Fortino, ucciso nell’estate di due anni fa.
Nella lettera, smentita poi dal testimone davanti alla Corte d’assise d’Appello di Salerno, si sosteneva che “Davide ‘o Siciliano” avrebbe confidato all’altro detenuto che l’assassinio sarebbe stato voluto da altre persone. Insomma, un omicidio su commissione e non un gesto dovuto alla gelosia da parte di Sanzone che trovò, alle 21.30, l’infermiere a casa della sua compagna in via Origlia a Nocera Inferiore, dove c’era anche la figlioletta. I dubbi (link precedente articolo Rtalive) erano sorti fin dal primo istante. Nelle scorse ore, la Corte d’Assise d’Appello ha condannato “Davide ’o Siciliano” a 15 anni di reclusione, uno in meno della sentenza di primo grado. Per quest’ assassinio, l’imputato, figlio di un siciliano e di una nocerina, cresciuto tra via Cucci e via Fucilari a Nocera Inferiore, aveva optato per il rito abbreviato.La sera del 20 luglio del 2017, la gelosia nell’aver trovato un uomo a casa della sua ex e in presenza della figlia (secondo l’imputato solo per la bimba), armò la mano dell’assassino che, con un coltello da cucina, sferrò una coltellata all’infermiere che riuscì ad uscire dall’abitazione a piano terra in un cortile e a salire sul suo scooter, mentre l’accoltellatore lo pregava di non denunciarlo. All’ospedale Umberto I, Fortino arrivò trasportato da una coppia che lo aveva visto a terra, caduto dallo scooter in via Famiglia Pietro Lamberti, ma per lui non ci fu nulla da fare.
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