Una storia che sembra una favola.
Ci sono quelle storie che non puoi non leggere, che non puoi non renderle pubbliche, Sefora scrive la sua storia per testimoniare la voglia di non arrendersi mai.
Dal gruppo malattia di Crohn, gli auguri speciali di buon anno, una lettera che racchiude tutto il senso della vita d’avanti ad una malattia poco conosciuta ma tanto invalidante.
Queste le parole di Sefora: “Vorrei incoraggiarvi con la mia storia per questo nuovo anno. Convivo con questa malattia da quando avevo 13 anni. Il che sapete bene che significa, adolescenza completamente saltata. Prima di scoprire di essere affetta, ero una bambina estremamente sportiva, non prendevo mai pace, tutti i bimbi del mio paese mi volevano, mandavano letterine e mi ammiravano. Un’infanzia fantastica. Poi cominciai a sentirmi stanca, debole, a dimagrire sempre di più. Non riuscivo più ad uscire, le mie amichette mi misero da parte completamente, per fortuna avevo un fidanzatino tanto innamorato. Poi i giri tra gli ospedali ed il ricovero di urgenza al bambin Gesù. Rischio trasfusionale, un mese di flebo chiusa li dentro, il mondo mi cadde completamente addosso a soli 13 anni. Partivamo in auto io e mia madre di notte per trovarci a Roma per i controlli settimanali e tornavamo in giornata stessa.
Diventai gonfia a causa del cortisone, il fidanzatino mi lasciò e tutti mi prendevano in giro. Mi impegnati talmente tanto a fare una dieta ferrea per stare meglio che nel giro di due anni ero in remissione. Iniziai a rifiorire, più forte e più bella di prima. Partecipai a sfilate e concorsi vincendone vari e mi presi tutte le mie rivincite, che mi hanno reso ciò che sono ora. Ho viaggiato tantissimo, con i mal di pancia improvvisi e ho imparato a fregarmene, ad andare ovunque anche per strada se necessario, pur di non rinunciare a vivere. Mi sono iscritta all’università in Geologia, sapete cosa significa? Giorni intere e settimana a fare scampagnate tra i monti. Senza bagni. E a breve mi laureerò. Ci sarebbe tanto da raccontarvi.
Ma voglio solo cercare di farvi capire che se c’è l’ho fatta io a soli 13 anni, ce la potete fare tutti voi. La forza sta nel capire che questa è la nostra vita, rinasciamo dopo una diagnosi del genere purtroppo e dobbiamo cambiare modo di pensare, di vivere e imparare a fregarcene perché ciò che conta realmente è riuscire a fare ciò che tutti fanno normalmente e non rinunciare alla vita. Magari andando un po’ più lentamente, magari fermandoci spesso. Ma ripartendo sempre con l’obiettivo di viverla pienamente. E non importa il pensiero della gente, non importa la vergogna e le spiegazioni che ci tocca dare ogni volta. Non importa perdere chi amiamo perché incapace di starci a fianco, è dura e l’ho provato ultimamente, ma tutto passa. E nella sfortuna c’è sempre fortuna se non altro siamo sempre sotto controllo noi e diamo un valore inestimabile a cose che gli altri danno per scontate! Abbiate sempre la forza e il coraggio di una ragazzina di 13 anni, crescendo ci si abitua troppo a ciò che non può essere prevedibile.
Buon anno a tutti, vi auguro FORZA, CORAGGIO E MENEFREGHISMO”.
Sonia Angrisani