Non applicable la misura restrittiva nei confronti del primo cittadino.
La pesante misura di custodia cautelare in carcere richiesta dai pubblici ministeri Frongillo e Carrano è stata rigettata dal Tribunale del Riesame. Per i pm napoletani infatti, Carmine Pagano sarebbe stato il maggiore beneficiario dell’organizzazione che faceva capo al fratello Mario, il giudice sospeso dalla magistratura e finito agli arresti domiciliari lo scorso 11 dicembre, attualmente sottoposto alla misura dell’obbligo di dimora nel comune di Catanzaro con divieto di avvicinamento al Comune di Roccapiemonte. Carmine Pagano, proprio nella sua funzione di sindaco, secondo i pm, avrebbe potuto continuare ad abusare dei poteri per aver in passato- si legge nella richiesta- “anche nel concreto usufruito del contributo del fratello Mario che come si è visto è l’artefice della sua carriera politica”. Nella richiesta di arresto si legge ancora tra le motivazioni : “L’analisi della condotta delinea una personalità spregiudicata ed adusa ad agire nell’illegalità, pertanto l’unica misura idonea resta l’arresto in carcere”.
Nonostante le accuse dei pubblici ministeri napoletani, i giudici del Riesame hanno rigettato ogni richiesta, non ritenendo applicabile la misura restrittiva nei confronti del sindaco di Roccapiemonte.
Redazione