La struttura sanitaria nocerina è la più importante a Nord della provincia di Salerno.
La politica locale ed i sindacati non fanno attendere le proprie azioni. Alcuni giorni fa il presidente della commissione sanità del Comune di Nocera Inferiore, Vincenzo Stile, aveva espresso il proprio pensiero sull’ospedale Umberto I: “Appoggiamo vivamente l’appello del sindaco Torquato rivolto al presidente della Regione affinché l’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore venga dichiarato Dea di 2° livello, come era nei programmi del governatore, tal altro, per dare all’ospedale di Nocera Inferiore la possibilità di espletare pienamente la funzione che di fatto oggi già svolge per la sanità dell’Agro e delle zone limitrofe e per avere il peso normativo che merita per quanto riguarda il dimensionamento del personale”.
Una richiesta che vede anche la nota congiunta dei sindacati: “La particolare conformazione del Dea di Nocera/Pagani/Scafati merita maggiore dignità che non può essere garantita se lo si declassa da Dea di secondo a primo livello. Maggiore dignità meritano tutti i cittadini dell’Agro Nocerino Sarnese che hanno in questa struttura sanitaria pubblica un chiaro punto di riferimento sia per la professionalità degli operatori che per la particolare presenza di varie specialistiche che non possono essere declassate da scelte fatte in sedi governative che contrastano con la coerenza delle necessità di tutta la comunità di riferimento – dichiarano i segretari generale della CGIL FP, CISL FP e UIL FPL Addesso Pasquale, Antonacchio Pietro e Loranzo Conte – e pertanto parteciperemo compatti ad ogni azione che si renderà necessaria mettere in campo a tutela e difesa dei cittadini di quel territorio. Si sta parlando di uno dei più grandi presidi ospedalieri della Campania, secondo dopo lo stabilimento Ruggi in provincia di Salerno con un bacino di utenza che interessa tutti i paesi a nord della nostra provincia nonché di una vasta zona della fascia vesuviana. Il quarto per accessi al pronto soccorso in tutta la regione con oltre 72.000 prestazioni annue con presenza di specialistiche importanti come TIN e Neurochirurgia e quant’altro serve per avere un presidio importante per la salute dei cittadini di quel territorio. Siamo fiduciosi che ogni azione da mettere in campo sarà determinante e che saranno riconosciute tutte le ragioni per garantire che l’ospedale abbia il giusto riconoscimento e rimanga un DEA di secondo livello in quanto operante su zona vasta, affollata poiché ad alta densità demografica, caratterizzata da forti strati di popolazione ai limiti della soglia di povertà, al fine di mantenere inalterati i livelli essenziali di assistenza. La stessa situazione emergenziale determinatasi nei punti nascita, che ha determinato l’intervento dei Nas mostra senza ombra di smentita che i tagli lineari stanno lasciando la Campania agli ultimi posti in Italia proprio per il mancato raggiungimento dei livelli minimi assistenziali e la cosa è oramai intollerabile. Sappiamo che la direzione strategica dell’ASL Salerno si è adoperata a fornire tutti i dati e tutti gli elementi utili al fine di dare una fotografia seria e corretta ai funzionari che dovranno decidere sulla questione per far rimanere il presidio annoverato tra i Dea di secondo livello. Speriamo che le decisioni che si andranno a prendere mettano al centro i concreti bisogni dei cittadini e che non prevalgano altre scelte mosse da faide politiche nei confronti della nostra regione, invalidando nel concreto tutti i sacrifici fatti dalla popolazione per uscire dagli obblighi derivanti dai piani di rientro.
“Infatti – concludono Addesso, Antonacchio e Conte – la questione che siamo stati costretti ad attenzionare al Commissario Straordinario e a tutta la direzione strategica dell’ente per quanto attiene la problematica della TIN, Nido Fisiologico e il reparto di Ostetricia e Ginecologia, mostra come nonostante gli sforzi coraggiosi da parte del manager Iervolino, i tempi sono ancora lunghi, ma certamente porteranno a conclusioni positive, per la qualcosa unitariamente profonderemmo tutti i nostri sforzi e tutte le nostre energie.”
Insomma, che l’ospedale di Nocera Inferiore sia diventato di fatto un punto di riferimento per tutto l’Agro nocerino – sarnese e parte della provincia di Napoli è evidente a tutti.
La struttura ormai ha una utenza elevata e pensare al Dea di 2° livello rientrerebbe nella normale attività che già oggi svolge, una trasformazione fisiologica e necessaria. Alla politica, ovviamente, i passi da fare per attuare il tutto anche in tempi brevi.
Giuseppe Colamonaco