Napoli. Costo industriale dei derivati del pomodoro: più valore al prodotto, più valore alla filiera

Ieri la sesta edizione dell’annuale appuntamento organizzato dall’Anicav (Associazione Nazionale Industriali Conserve Alimentari Vegetali).

Il valore del pomodoro e della filiera sono stati i temi centrali del convegno tenutosi alla Apple Developer Academy presso la sede della Federico II di San Giovanni a Teduccio a Napoli. Il momento più importante che ha caratterizzato l’incontro è stato la presentazione dell’analisi del costo industriale nel settore delle conserve di pomodoro. Ad elaborarlo su commissione dell’Anicav i professori Francesco Gangi ed Eugenio D’Angelo dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli ex Seconda Università di Napoli. Studio finalizzato al costo industriale di produzione del pelato, della polpa e della passata.

In sintesi è emerso che a garanzia del prodotto ci debba essere un “giusto costo” di giusto valore e che al di sotto del quale non si può andare. Basti pensare alla stessa filiera che, dai campi alle industrie di trasformazione, ha dei costi ben definiti e che ricadono sul prodotto finale certificandone però il giusto valore. Un margine che rappresenta per il consumatore un prezzo di riferimento che garantisce la qualità del prodotto, nonché una sostenibilità etica ed ambientale.

Ecco, ambientale. Un tassello non di poco conto sulla coltivazione dei pomodori, soprattutto sull’uso di prodotti fitosanitari (fungicidi) sempre più performanti e con molecole a bassissimo tasso tossico rispetto al passato.

I risultati dello studio rappresentano la base da cui partire per interloquire con il mondo della grande distribuzione. Lo scopo è quello di salvaguardare il consumatore, una sorta di impegno etico atto ad evitare l’abbassamento dei prezzi che spesso è un indice negativo di qualità.

Giuseppe Colamonaco

FiloRossoConvegno2018

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