Sindacati sul piede di guerra.
“In un paese confuso dove settori importanti sono costretti ad abbandonare, ridurre la forza lavoro e comprimere i salari pur essendo creditori di centinaia di migliaia di euro dalla pubblica amministrazione che spesso diventano inesigibili, la Campania mostra ancora una volta di non far mancare il suo contributo per rimanere insieme alla Calabria all’ultimo posto tra le regioni che non garantiscono i LEA”. È il nodo centrale della questione che i sindacati sollevano, probabilmente senza soluzioni opportune, si andrà allo sciopero della sanità privata in tutta la Regione.
Le sigle sindacali, CGIL FP-CISL FP – UIL FPL, sulla vicenda sono state lapidarie:” E’ partita la mobilitazione del settore ma, con ogni probabilità, si dovrà andare allo sciopero generale di tutto il comparto della sanità privata, da anni mortificato da politiche di negazione dei diritti fondamentali di lavoratori e cittadini. Blocco delle trattative sul rinnovo contrattuale. Negazione di arretrati contrattuali da oltre 8 anni. Mancata verifica e rimodulazione degli accreditamenti con l’inserimento dell’obbligo del rispetto applicativo di contratti nazionali di lavoro degni di un settore che sta contribuendo a garantire prestazioni sanitarie e socio-sanitarie in una regione che taglia continuamente i fondi, ipotizzando che con tale atteggiamento si possa uscire da un piano di rientro ma incurante del fatto che i cittadini si vedono ridurre la loro aspettativa di vita di circa 4 anni. Quote della compartecipazione che non vengono erogate, in un balletto assurdo a scarica barile tra competenze e non appostazione in bilancio dei fondi di competenza. Prepariamoci allo sciopero generale poiché è l’unica maniera per aprire un serio e costruttivo dialogo che possa determinare un passaggio epocale dai proclami fatti in solitudine virtuale ai fatti concreti di cui i cittadini campani hanno bisogno”.
Redazione
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