Un rapporto sui cambiamenti climatici della Terra, redatto in un incontro tra gli scienziati del Gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite (Ipcc), mette in luce i rischi che potremmo subire senza porre immediati interventi.
In Corea del Sud un gruppo di scienziati ha prodotto un rapporto di 400 pagine sul cambiamento climatico del nostro pianeta; gli esperti hanno evidenziato che bisogna “adottare misure drastiche e rapide” in vari settori: energia, industrie, infrastrutture. L’azione da porre in essere è quella di limitare il surriscaldamento a 1,5 gradi centigradi negli anni a venire. In caso ciò non avvenga, un aumento anche di mezzo grado, porterà a varie conseguenze: inondazioni, siccità, estremo calore ed effetti sulla popolazione mondiale.
La temperatura globale della Terra si è innalzata di un grado già prima della rivoluzione industriale del diciannovesimo secolo. Di questo passo, senza fare nulla, la temperatura potrebbe dopo il 2050 aumentare di 1,5 gradi centigradi. Il precedente accordo di Parigi puntava alla riduzione di 2 gradi, ma secondo gli scienziati delle Nazioni Unite è più facile optare alla diminuzione di 1,5 gradi.
Ma cosa si può fare?
Due le strade possibili: taglio delle emissioni (con passaggio alle energie rinnovabili, produzione di veicoli elettrici, attuazione dell’efficienza energetica, introduzione del riciclo dei rifiuti, revisione dell’alimentazione) e rimozione della CO2 (cattura e stoccaggio del carbonio, riforestazione).
L’indicazione degli scienziati è innanzitutto quella di puntare al “verde” e di attivarsi nel contempo a introdurre misure di trasformazione nei settori produttivi, nelle industrie, nel settore energetico, nella decarbonizzazione. Un taglio del 45% delle emissioni di CO2 è da effettuare entro il 2030 e del 100% entro il 2050. Insomma, c’è da attuare un riconversione rapida mai vista nella storia dell’umanità.
Giuseppe Colamonaco