Nell’indagine varie aziende dell’Agro nocerino.
L’operazione “Leonardo” costituisce il naturale seguito e sviluppo della nota
maxi inchiesta “MASTROLINDO”
1. che ha già portato all’esecuzione di 44 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di imprenditori e professionisti e al sequestro preventivo di beni per un valore complessivo di oltre 137 milioni di euro, in relazione alla scoperta di svariate aziende (ubicate nell’agro nocerino-sarnese e operanti nel terziario, soprattutto ditte di pulizie), risultate “scatole vuote” costituite al solo scopo di “caricare” su di esse migliaia di rapporti di lavoro fittizi, al fine di conseguire indebite erogazioni previdenziali e assistenziali dall’INPS (indennità di disoccupazione, maternità e malattia).
2. Profili principali dell’indagine.
Gli elementi investigativi raccolti nel corso delle indagini dirette dal Dott.
Roberto Lenza Sost. Proc. della Repubblica presso il Tribunale di
Nocera Inferiore e condotte dai Carabinieri della Sezione di Polizia
Giudiziaria, che vedono indagate oltre 600 persone, conseguono oggi un primo importante traguardo operativo, con l’esecuzione di misure cautelari e reali nei confronti di 46 soggetti.
L’ordinanza del GIP del Tribunale nocerino, eseguita questa mattina da un notevole dispiegamento di forze del Reparto Territoriale Carabinieri di Nocera Inferiore e della citata Sezione di P.G., ha colpito con:
a. la misura degli arresti:
DESIDERIO Domenico (commercialista);
BATTIMELLI Arcangelo (commercialista);
CARUSTI Ottavio (commerciante);
ABAGNALE Sabato (faccendiere);
SALIERNO Aurelio (imprenditore/commerciante);
CARUSTI Vincenzo (imprenditore/commerciante);
b. contestualmente, i restanti indagati, con 40 misure cautelari di tipo reale
(sequestro per equivalente) per un importo di circa 7 milioni di euro.
Gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere
finalizzata alla:
a. commissione di una pluralità di truffe in danno dell’INPS (gli ideatori del
disegno criminoso si sono, in definitiva, associati tra loro per costituire
società fittizie ed assumere altrettanti fittizi nte lavoratori subordinati, allo
scopo di frodare l’INPS che ha così erogato prestazioni previdenziali e
assistenziali non dovute, per 2M€ a favore degli indagati);
b. emissione ed utilizzazione di fatture per circa 20M€ di operazioni
inesistenti (i promotori ed organizzatori del disegno criminoso
utilizzavano le stesse ditte anche quali “stamperie” di fatture per
prestazioni mai effettuate a favore di ditte realmente operanti che, di
conseguenza, registravano crediti IVA/costi inesistenti abbattendo così le
imposte dovute e realizzando quindi un ulteriore danno alle casse erariali.
Le ditte che ricevevano le fatture, ricompensavano il soggetto che aveva
emesso la falsa fattura con una somma pari a circa il 10-12 % del valore
emesso).
In tale contesto la cooperazione determinante dei consulenti del lavoro
Arcangelo Battimelli e Domenico Desiderio permetteva di mantenere in piedi
un sistema dall’apparente regolarità contributiva, aziende cioè che
producevano ricavi (fatture false) ed avevano costi (personale fittizio). A
completare la cornice del fenomeno criminale hanno contribuito in concreto i
circa 600 falsi operai che condividevano al 50% con gli indagati principali
(commercialisti e imprenditori/commercianti) le indennità che l’Inps erogava in
loro favore.
Non poteva certamente mancare, per finalizzare la truffa, la collaborazione di
un servizio pubblico, ossia di quella funzionaria di Poste Italiane addetta alla
gestione dei rapporti con aziende, che procedeva alacremente all’apertura dei
conti correnti intestati alle ditte e lavoratori, rilasciando però sempre e solo alla
“combriccola” carnet di assegni e carte di credito (postepay) intestate
“formalmente” ai lavoratori, sulle quale l’INPS regolarmente accreditava le
prestazioni assistenziali/previdenziali.
3. Ulteriori interessi criminali scoperti
L’attività investigativa ha fatto emergere come uno degli indagati spaziava in
più campi dell’illegalità. In particolare si era specializzato nel riciclo di prodotti
alimentari di qualsiasi genere di provenienza illecita. Dopo aver costituito apposita ditta intestata ad una persona indigente del comune di Pagani, emetteva fatture false, aiutando così le ditte di
distribuzione di generi alimentari ad attribuire caratteristiche e qualità
superiori a qualsiasi tipo di prodotto.
Un noto commerciante del napoletano non ha esitato a rivolgersi ad uno degli indagati
per ottenere, dietro compenso, delle fatture al fine di dimostrare la provenienza lecita di una consistente partita di olio di semi di girasole alterati in olio extravergine di oliva.
Uno degli indigati con le sue abilità ha permesso al noto commerciante di mettere sul
mercato a prezzi stracciati un olio extravergine d’oliva, distruggendo così
l’intera concorrenza. Inoltre da analisi effettuate, non solo l’olio non aveva le qualità dichiarate ma
si rinveniva la presenza di coloranti (clorofilla) quindi non commestibile in
relazione ai parametri definiti dalla legge 27 gennaio 1968, nr. 35.
4. Conclusioni
Le indagini, ancora una volta, hanno confermato il diffuso e consolidato
sistema delinquenziale ai danni dell’Inps e dell’Agenzia delle Entrate che,
attraverso la creazione ad arte di aziende “vuote” e la simulazione di rapporti
lavorativi, procura ad un’ampia platea di persone (oltre 600 gli indagati)
indennità di disoccupazione, malattia e maternità, nonché garantisce,
mediante l’emissione di fatture fiscali per operazioni inesistenti e previo
compenso, l’evasione di imposte a favore di terzi imprenditori.
Il tutto a totale danno del contribuente onesto.
documento per la stampa