L’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul funzionamento e sulla gestione del servizio sanitario in Campania.
Il deputato Edmondo Cirielli insieme al senatore Antonio Iannone del Gruppo Fratelli d’Italia hanno presentato la seguente proposta.
Si chiede un’inchiesta parlamentare con lo scopo di istituire, a norma dell’articolo 82 della Costituzione, una Commissione parlamentare di inchiesta sul funzionamento e sulla gestione del servizio sanitario in Campania, con il compito di indagare sulle cause e sulle responsabilità degli errori avvenuti in campo sanitario, sulla presenza di fenomeni illeciti e corruttivi, sull’allocazione e sulla gestione delle risorse da parte della regione Campania, delle aziende ospedaliere e delle ASL e sulle modalità di affidamento degli appalti pubblici e di selezione del personale medico, nonché di accertare l’eventuale violazione da parte del presidente della regione dei propri doveri nella sua qualità di commissario alla sanità, acquisendo tutti gli elementi conoscitivi su quanto accaduto in questi ultimi anni per fare chiarezza sui rapporti tra politica e sanità pubblica.
Scrive l’onorevole Cirielli primo firmatario della proposta: le statistiche e la cronaca dell’ultimo anno parlano chiaro, scandendo il ritmo con una serie di cattive notizie provenienti da tutti i luoghi delle province campane. Nonostante la sanità sia commissariata ormai dal 2009, i campani continuino a dover usufruire di servizi di livello «terzomondista », con ospedali mal funzionanti, con pochi posti letto, con un numero insufficiente di sale operatorie e completamente sforniti della necessaria strumentazione chirurgica e diagnostica di base, spesso guidati da medici scelti non in base a titoli di professionalità ed esperienza, ma in relazione a «conoscenze» e «amicizie» influenti nella politica.
La malasanità in Campania è un triste dato di fatto: secondo il rapporto Osservasalute 2017, realizzato dall’Osservatorio nazionale sulla salute, in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, in Campania si muore per malasanità più che in ogni altra regione d’Italia. I campani, infatti, sono in percentuale i più esposti al rischio di « mortalità riconducibile ai servizi sanitari ».
La situazione resta critica soprattutto degli ospedali Ruggi d’Aragona di Nocera e di Vallo nel salernitano e degli ospedali Loreto Mare, Pellegrini, San Giovanni Bosco e San Paolo nel napoletano, mentre i pronto soccorso dell’Ospedale del Mare a Ponticelli e del CTO ai Colli Aminei devono ancora essere aperti.
Sulle nomine poi gli esponenti nazionali di Fratelli d’Italia rincarano la dose, come si legge nel documento: “Basti pensare alla recente vicenda che vede protagonisti Vincenzo De Luca, Nicola Cantone, rimosso dalla sua carica di direttore generale dell’azienda ospedaliera universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno ed Enrico Coscioni medico cardiochirurgo, imputato in un altro procedimento per concussione nella sua qualità di consigliere per la sanità del presidente, recentemente incaricato primario dell’unità di cardiochirurgia nella stessa azienda ospedaliera.
Ufficialmente la rimozione di Cantone sarebbe legata alla falsa autocertificazione dei titoli necessari per ricoprire la carica di direttore. I quotidiani locali insinuano invece che la sua rimozione potrebbe essere collegata alla mancata nomina a primario di Enrico Coscioni, avvenuta poi dopo la rimozione di Cantone. Lo stesso Coscioni è imputato con l’accusa di aver esercitato pressioni indebite per costringere un manager sanitario a liberare una « poltrona » da assegnare a una persona gradita alla nuova maggioranza del governo regionale campano in una sorta di spoil system illecito. Nella stessa vicenda risulta coinvolto anche l’ex consigliere regionale del Pd Francesco Casillo, che è indagato nell’ambito dell’inchiesta su presunte pressioni che l’esponente politico avrebbe esercitato per sostituire i manager della ASL Napoli 3: le ipotesi di reato formulate dagli inquirenti, come riportato da numerose testate giornalistiche, sono di tentata concussione, voto di scambio e traffico di influenze in relazione alle nomine dei vertici della sanità.
Se le notizie di stampa e le accuse dei pubblici ministeri fossero confermate, non solo sarebbero di una gravità politica inaudita (oltre che reati), ma dimostrerebbero che la sanità campana è ormai ostaggio di logiche e vendette personali e al servizio della politica e non dei cittadini.
Sonia Angrisani – RTAlive