I rappresentanti della Rete a difesa del Sarno sono stati ricevuti ieri in Regione dalla Commissione speciale III (Terra dei fuochi, bonifiche, ecomafie).
Sono stati ascoltati sul tema mitigazione del rischio idraulico, ma in Commissione la Rete ha illustrato ulteriori altri aspetti.
In un post sui social la dichiarazione dei membri del Comitato Gente del Sarno: “Siamo riusciti a rappresentare, ancora una volta, che prima di qualsiasi opera di mitigazione del rischio idraulico, vanno assolutamente completate tutte le opere che riguardano il completamento della rete fognaria e la depurazione delle acque, sia civili che industriali, oltre a tutte le azioni occorrente per un puntuale monitoraggio e prevenzione.
Abbiamo evidenziato che ci sono alcuni interventi che, seppur di natura emergenziale, vengono presi con leggerezza da oramai più di 4 anni, e parlo della rete di raccolta delle acque a Solofra in particolare, che, nonostante sia stata divisa in triplice funzionamento (acque meteoriche, reflui civili e reflui industriali), non ha visto mai il completamento della parte relativa al monitoraggio, oltre al fatto che oggi il depuratore del Codiso, risulta oramai vetusto, insufficiente e funzionante sotto sequestro per reati olfattivi. Ovviamente non vanno sottovalutati i controlli in ambito dei depuratori privati, alcuni dei quali, seppur di importante portata, sembrano lavorare in deroga con autorizzazioni provvisorie, così come deve essere valutato l’impatto dell’uso massimo di antiparassitari in ambito agricolo!
Abbiamo altresì evidenziato, facendo riferimento alla regimentazione delle acque, che, nonostante siano state evidenziate insufficienze, il Prg non ha modificato la parte riguardante la permeabilità del suolo, così come anche non si tiene conto, nelle convenzioni del Piano Casa, della necessaria attenzione alla compatibilità urbanistica, e nemmeno del fatto che alcune aree, considerate a rischio allagamento, magari contengono manufatti edilizi che non rispettano le norme delle fasce di rispetto dai corsi d’acqua e che, probabilmente, piuttosto che creare dei mostri di terra e cemento per contenere le acque, in caso di piena centennale, si potrebbero delocalizzare in aree più sicure”.
gc