Pedopornagrafia, passa per l’Agro nocerino e la Valle dell’Irno la pista investigativa sulle violenze fatte ai danni di una 16enne di Salerno. E’ quanto emerge da un dettagliato articolo comparso alcuni giorni fa su La Città, a firma di Salvatore De Napoli, sulle perquisizioni della procura di Salerno e della polizia postale che avrebbero interessato alcuni uomini di Angri e Mercato San Severino.
Di seguito l’articolo:
«Scambiavano messaggi e foto osé anche con proposte di denaro con una 16enne di Salerno, 21 denunciati. A finire nei guai, in una nuova inchiesta sulla pedopornografia da parte della polizia postale e del pm Elena Guarino della procura di Salerno, tredici salernitani, quattro napoletani, un calabrese, un lombardo, un trentino e un sardo. I poliziotti coordinati dall’ispettore Antonio Buglione, responsabile della sottosezione di Salerno, hanno eseguito 21 perquisizioni personali, domiciliari e informatiche. Un centinaio di agenti di vari uffici di polizia si sono presentati a casa di sei salernitani, due uomini di Angri, due di Mercato San Severino e tre del Cilento che sono stati identificati come quelli che tramite computer o telefono cellulare (nella maggior parte dei casi) erano entrati in contatto con la minorenne.
Si tratta di indagati per la maggior parte appartenete alla fascia di età compresa tra i 20 e i 40 anni. Sono alcuni studenti altri lavoratori e tra questi operai e baristi. A casa di questi indagati sono stati trovati foto e messaggi su vari telefoni e sono stati sequestrati numerosi supporti informatici a riscontro di quanto ipotizzato dagli inquirenti. Tutti i 21 destinatari del decreto di perquisizione emesso dal sostituto procuratore Elena Guarino sono stati denunciati per detenzione, produzione di materiale pedopornografico, prostituzione minorile. L’indagine era partita dai genitori che avevano notato un cambiamento nella figlia e hanno aumentato i controlli. Tra questi, l’esame attento del suo cellulare e dei profili di Facebook e whastapp dai quali è emersa un’amara realtà che li ha spinti a correre alla polizia postale di Salerno per sporgere denuncia.
Una ventina di uomini delle province di Salerno e Napoli, della Sardegna, Lombardia, Calabria e del Trentino Alto Adige, attraverso Messanger e WhatsApp aveva adescato la vittima per produrre materiale pedopornografico. Gli indagati avrebbero inviato alla 16enne studentessa salernitana loro foto nude e avrebbero chiesto e ricevuto foto altrettanto in posa adamitica e ammiccanti della ragazza. In alcuni casi ci sarebbe stata anche la promessa esplicita di denaro in cambio delle fotografie. Riprese fotografiche realizzate all’interno di abitazioni e del tipo del tutto banale. Sott’indagine la concreta possibilità che la ragazza abbia incontrato qualcuno degli indagati e qui potrebbe esserci stata la consegna del denaro con illegali approfondimenti degli incontri. L’inchiesta, quindi, è solo all’inizio e si cerca di appurare se vi siano stati altre persone coinvolte in questi scambi e se, come adesso pare, i 21 siano stati attirati singolarmente da una foto carina della studentessa pubblicata su Facebook e abbiamo approcciato la ragazzina, la cui età minore era facilmente desumibile dalla stessa fotografia, o facciano parte di una rete dove i componenti siano adusi a scambiarsi informazioni su minori adescati.
A Salerno non è certo questo il primo caso di minori adescati via chat di vario genere. Solo lo scorso anno, la polizia della sottosezione salernitana ha trattato una settantina di casi di adescamento di minori degli anni 18 (in molti casi dei 16 e pure dei 14 anni) nel salernitano. Una drammatica realtà dove ad agire sono spesso maggiorenni e padri di famiglia che arrivano a fare proposte anche esplicite di sesso in cambio di soldi o ricariche telefoniche o regali di vario genere. In alcuni episodi scoperti non ci sarebbe stato lo scambio di denaro ma il semplice abbindolamento della ragazzina che, inorgoglita dai complimenti, accettava la proposta dell’adulto carnefice».