Processo sinistri falsi. Il principale teste dell’accusa si avvale della facoltà di non rispondere

Scricchiola il processo dei sinistri falsi a carico dell’avvocato di Roccapiemonte Roberto Lambiase.

NOCERA INFERIORE. Il Maresciallo Rivellino, principale teste dell’accusa, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Risvolti davvero clamorosi ed inaspettati quelli che si sono avuti nel processo a carico di Luigi Carpentieri di Angri e di altre 13 persone, tra le quali figura imputato l’avvocato Roberto Lambiase, ex Presidente del Consiglio Comunale di Roccapiemonte, coinvolto, in un primo momento, anche nel terremoto giudiziario che ha travolto il Giudice Mario Pagano, tutt’ora agli arresti domiciliari.

Il Maresciallo dei Carabinieri Roberto Rivellino, autore delle indagini sui sinistri falsi, dopo una prima indagine conclusasi con il rinvio a giudizio di oltre 500 persone, successivamente, agli inizi del 2012, d’iniziativa svolse un’altra indagine a carico di Luigi, di Angri. Proprio in questo processo, il Maresciallo, pur essendo teste dell’accusa, ha deciso di non rispondere alle domande del Pubblico Ministero e dei difensori degli imputati. Per la verità fin dall’inizio della vicenda, il Gip del Tribunale di Nocera Inferiore aveva nutrito forti perplessità sulla struttura e tenuta di questa ulteriore indagine, tant’è che rigettò una richiesta di arresto presentata dal pubblico ministero su sollecitazione degli inquirenti. Passarono pochi mesi dalle indagini e lo scenario si capovolse clamorosamente. Rivellino, da inquirente e accusatore di Carpentieri, divenne, a sua volta, imputato, in quanto, secondo l’accusa, il militare dell’arma avrebbe accettato delle regalie dal Carpentieri in cambio dell’insabbiamento delle indagini a suo carico, avrebbe, inoltre, fatto pressione affinché alcuni testimoni dichiarassero il falso e rivelato alcune notizie sulle indagini in corso.

Per tali accuse pende un processo a carico di Rivellino. Non è dato sapere il motivo che ha indotto il maresciallo ad avvalersi della facoltà di non rispondere, facoltà riconosciuta a chi è imputato in procedimento connesso, come nel caso di Rivellino, ma certamente, le sorti del processo, sembrano davvero compromesse. Per canto suo l’avvocato Roberto Lambiase che ha rinunciato ad avvalersi della prescrizione, insistendo per la richiesta di proscioglimento nel merito, ha sempre mantenuto un rigoroso silenzio sulle vicende giudiziarie che lo hanno interessato, dichiarando laconicamente: “le indagini e i processi sono abituato a commentarli nelle aule di Giustizia per il rispetto che si deve al non semplice lavoro dei magistrati”.

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