Epatite C, in Italia fatti passi da gigante per eradicare il virus

L’eradicazione dell’epatite C, in Italia, ha raggiunto risultati importanti, tanto da essere in anticipo rispetto agli obiettivi prefissati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Entro il 2022 si raggiungerà una diminuzione delle morti, correlate a tale malattia infettiva, del 65%. Nel merito esiste lo studio dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), recentemente pubblicato sulla rivista Live International. Un modello italiano di lotta all’epatite C ed un esempio da seguire, servono però screening mirati per la completa eliminazione del virus.

Soddisfatto il presidente Walter Ricciardi dell’Iss che, intervistato dall’Ansa, spiega: “Possiamo dire con orgoglio che questo traguardo verrà raggiunto grazie a un approccio universalistico e solidale unico al mondo, considerando oltretutto il significativo numero dei casi. E siamo sulla buona strada per raggiungere l’eliminazione del virus entro il 2030”.

Secondo gli attuali studi e le strategie poste in essere, l’eradicazione dell’HCV, cioè del virus dell’epatite C, passa per uno screening mirato su particolari gruppi della popolazione generale, in modo da ottenere maggiore prevalenza ed evidenziare il ‘sommerso’ (cioè ogni 10 persone con epatite C due ignorano di avere il virus).

In effeti la politica messa in atto è quella di trattare tutti i pazienti con infezione cronica da HCV, ciò produrrà risultati in termini di salute e riduzione dei costi da parte del Servizio Sanitario Nazionale.

Oggi con i nuovi farmaci antivirali ad azione diretta guarisce il 97% delle persone affette. Una tendenza confermata al congresso dell’American Society for the Study of Liver Diseases. Sul sito dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) è possibile visualizzare tutti gli aggiornamenti relativi gli antivirali di nuova generazione, scaturiti dal dialogo con le Società scientifiche e condivisi con la Commissione tecnico scientifica.

Giuseppe Colamonaco

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