«Sos clandestini, è necessario fare i controlli sul territorio contro gli irregolari, in modo tale da riuscire a garantire maggiore vivibilità a San Marzano sul Sarno».
Salvatore Annunziata, coordinatore di San Marzano Attiva, lancia un allarme che si diffonde anche nei comuni vicini che scatena polemiche anche nei comuni vicini. Per Annunziata «Molto spesso nel centro storico di San Marzano sul Sarno si ha la sensazione di vivere una sorta di coprifuoco. Infatti ad una certa ora soltanto alcuni elementi di disturbo, spesso extracomunitari, vivono il centro cittadino mentre invece gli abitanti, che non hanno spunti sociali e spazi di aggregazione rinunciano anche ad uscire di casa o si spostano nelle città vicine».
Coprifuoco, elementi di disturbo poi si cambia passo, parlando del caso di San Valentino Torio dove un’ex dipendente comunale, il figlio e la nuora avevano raggirato una quarantina di immigrati con la residenza ad extracomunitari in case non idonee e della necessità a San Marzano di un «censimento di persone che si trovano in città senza avere alcuna autorizzazione oppure documenti in regola e di fare dei controlli serrati sia con i carabinieri e i vigili urbani». Annunziata aggiunge che «tantissimi concittadini affittano o subaffittano case fatiscenti e prive di qualunque condizione di igienico-sanitaria minima favorendo una ghettizzazione di gruppi di persone…». Poi conclude sostenendo che «soltanto con delle valide politiche di integrazione e garantendo servizi a tutti che si avrà la possibilità di evitare fenomeni di ghettizzazione di stranieri… e soprattutto, creando delle comunità ben conosciute ed integrate, si potrà arginare il fenomeno della clandestinità e delle irregolarità sul territorio di San Marzano». Ma il sindaco di San Marzano, Cosimo Annunziata, risponde: «Non mi risultano case fatiscenti date in fitto a stranieri, se Salvatore Annunziata ne è a conoscenza ce lo comunichi e provvederemo. La comunità straniera per la quasi totalità lavora e non dà fastidio. I censimenti non li fanno i comuni. La lotta ai clandestini la fanno le forze dell’ordine».
E il sindaco di San Valentino Torio, Michele Strianese ricorda: «Dopo la vicenda che ha visto coinvolta un’ormai ex dipendente comunale abbiamo bloccato fino a fine mese le nuove richieste di residenza di stranieri per ricontrollare tutte le pratiche. Tutti devono poter vivere almeno in condizioni minime di vivibilità, senza preclusioni o pregiudizi nei confronti di nessuno». Più netto il sindaco di Sarno, Giuseppe Canfora: «Un extracomunitario vive spesso disagi a causa dello sfruttamento o delle truffe degli italiani. I comuni possono collaborare segnalando alle forze dell’ordine i miserabili che fittano abitazioni fatiscenti a poveri extracomunitari. Comunque si tratterebbe di un fenomeno residuale a Sarno. Gli stranieri lavoro e non danno fastidio, sono più i locali a darne». E Confora conclude: «C’è un clima di odio e di rancore basato su false invasioni di stranieri per scopi politici: ma noi non facciamo politica sulle menzogne».
I controlli sono però necessari ma no ai censimenti etnici.
«Sono contrario a qualsiasi forma di censimento etnico ma il controllo ci deve essere a protezione degli stessi extracomunitari». Don Alessandro Cirillo, parroco a San Valentino Torio e direttore diocesano della Caritas è contrario censimenti di comunità straniere che definisce operazioni non belle prima di tutto dal punto di visto umano. «Sarebbe il caso di andare a vedere chi realmente vive nelle singole case, sia quelle abitate da italiani sia quelli da stranieri, scoprendo nel primo caso qualche furbetto della residenza e nel secondo qualche sfruttatore e sfruttato». Il sacerdote annuncia: «Chi viene da un altro stato sul nostro territorio deve sapere che è soggetto a diritti e doveri, che il nostro Paese deve garantire. Seda un lato non è pensabile vivere in clandestinità dall’altro non lo è nemmeno, come accade anche nei centri storici delle nostre zone, che case fatiscenti vengano affittate o sub affittate facendo vivere gli stranieri in condizioni disumane».
Il sacerdote batte non solo sui diritti e doveri da pretendere per tutti ma anche su politiche attive di integrazione: «Vedo in parrocchia tanti extracomunitari che conosco bene ma vengono per la distribuzione degli aiuti alimentari o altro poi spariscono come accade anche per la normale vita quotidiana nelle nostre zone. Non possiamo ridurre queste persone a sola forza lavoro ma devono essere accolti nella vita di tutti giorni nelle nostre comunità». Il parroco sottolinea come anche nell’Agro nocerino stiano aumentando gli extracomunitari che si rivolgono alla Caritas per usufruire dei dormitori o per mangiare: «Un fenomeno che c’è anche altrove e aumenterà perché tante persone che erano entrate nel circuito dell’assistenza dei vari progetti statali, finiti questi, si trovano senza più mezzi di sostentamento e si rivolgono a noi».
Salvatore De Napoli – La Città