Favoreggiamento, scambio elettorale, corruzione elettorale ed estorsione, in 14 sono stati rinviati a giudizio dal Gip Giovanna Pacifico nell’ambito dell’inchiesta ribattezzata “Un’altra storia”, stralcio della più vasta inchiesta sui gruppi criminali a Nocera Inferiore, concentrata sull’esistenza di un clan di camorra al cui vertice ci sarebbe stato l’ex cutoliano Antonio Pignataro.
Il prossimo 27 settembre, davanti ai giudici del terzo collegio del Tribunale di Nocera Inferiore, compariranno insieme al boss Antonio Pignataro , l’ex assessore e vicesindaco Antonio Cesarano, l’ex consigliere comunale Carlo Bianco, il candidato al Consiglio comunale Ciro Eboli, l’ex consigliere comunale Luigi Maisto e il parroco don Alfonso Santoriello.
Alla sbarra anche Mario Stanzione (ex candidato sindaco), Luigi Sarno (per corruzione elettorale e estorsione per l’attacchinaggio di alcuni manifesti elettorali), Francesco Gambardella, Pio Sarno, Rocco e Mirko Sileo, Luigi Chia- vazzo e Gerardo Villani.
Prosciolti da ogni accusa invece Carmine e Giuseppe Afeltra, Gianluca Arcucci e Pasquale Galasso.
Il giudice Pacifico ha anche fissato al prossimo 25 ottobre l’udienza per la messa alla prova di Soraya Cancro, Marika Cancro, Emanuela Cancro e Maria Grazia Romano, tutti componenti della famiglia che su richiesta di Luigi Sarno in cambio di somme di denaro (dai 40 ai 50 euro a voto) avrebbe votato l’ex consigliere comunale Maisto. Angela Consalvo ed Olga Clara Attanasio hanno invece concordato la pena a tre mesi.
La vicenda che ha lasciato non pochi strascichi anche politici partì lo scorso anno per la costruzione di una casa famiglia in località Montevescovado alla quale erano interessati anche il parroco della locale parrocchia, don Alfonso Santoriello. La struttura avrebbe dovuto ospitare la mensa della Caritas e una casa famiglia. Per poterla realizzare, però c’era bisogno di una variante urbanistica che doveva essere approvata dalla Giunta Torquato che prima delle elezioni approvò una delibera di indirizzo in favore della variante per la realizzazione della casa famiglia. Al progetto si sarebbe interessato anche il boss Antonio Pignataro. E per curare tale interesse erano necessari agganci nella vita politico amministrativa del Comune nocerino. Per questo motivo Ciro Eboli (candidato al Consiglio comunale) e Antonio Cesarano (ex vicesindaco ed assessore con delega al Bilancio del Co- mune di Nocera Inferiore), secondo le accuse della Dda, avrebbero avuto il compito di fungere da tramite tra l’allora consigliere Carlo Bianco e Pignataro che non poteva uscire da casa perché detenuto in regime di arresti domiciliari. La delibera, come ricostruito dalle indagini della Dda attraverso una serie di intercettazioni “doveva passare ad ogni costo”.
«Appare davvero impossibile che un sanguinario camorrista come Antonio Pignataro possa aver deciso di appoggiare così intensamente un progetto edificatorio per uno scopo puramente filantropico». Lo hanno scritto i giudici del Riesame, le cui motivazioni hanno rafforzato l’ipotesi dell’esistenza di uno scambio elettorale politico-mafioso stipulato durante le elezioni di giugno dello scorso anno.Il blitz di agosto portò in carcere 3 persone e aprì uno squarcio, con il ruolo del giovane Luigi Sarno finito ai domiciliari, su di una compravendita di voti durante le elezioni.